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La Galleria Alfonso Artiaco di Napoli presenta, a cura di Lorenza Baroncelli e Joseph Grima, una personale di Edi Rama, artista albanese, sindaco di Tirana e, attualmente, primo ministro dell’Albania. Per Rama, arte e lavoro coesistono in una dualità che richiede un impegno che va oltre le ventiquattro ore. Eppure, è all’interno del ritmo giornaliero che, come una necessità biologica, si rende urgente una pausa creativa, che trova la sua espressione più immediata nei disegni in esposizione, probabilmente eseguiti sui tavoli delle riunioni politiche, tra uno spostamento e l’altro. Sono gli stessi supporti delle opere a suggerircelo: pagine d’agenda di diverso tipo e anno, documenti intestati del Governo Albanese, rimasugli di verbali d’assemblea, certificati vari. Questi disegni divengono la traccia di un paesaggio altrove, sono un momento fermato del distacco dalla realtà per entrare nei territori dell’immaginazione. Qui il disegno trova la sua funzione di passaggio, dall’idea alla forma, secondo una definizione già di Giorgio Vasari, come «un’apparente espressione e dichiarazione del concetto che si ha nell’animo, un giudizio universale», a sottolineare l’aspetto profondo dell’atto stesso del segnare, del creare ex nihilo.
A osservarli bene, questi doodles, letteralmente “ghirigori”, si fermano il più delle volte a una forma sospesa. L’intenzionalità non è espressa nel tentativo di mettere in luce il rappresentabile ma nel creare delle trame, come un ornamento capace di far scorrere l’occhio negli interstizi dei contorni ma di non farlo divagare oltre. Queste opere non sono nulla più di ciò che rappresentano, attraverso questa loro consustanzialità riversano il pensiero all’interno, come un esercizio di rigenerazione dello spirito. In un’intervista rilasciata il 9 dicembre 2015, per la rivista “Der Freitag”, è lo stesso Rama a chiamare i suoi doodles “preghiere”.
D’altronde, per Rama, l’arte ha sempre rappresentato un’occasione per esprimere una libertà intesa come condizione interiore e, al tempo stesso, come sentimento sociale. La Francia e la pittura hanno garantito una momentanea salvezza dai problemi con la dittatura comunista; tornato in Albania è diventato poi, un politico trasversale, utilizzando l’arte, da sindaco di Tirana, come strumento di ricostruzione di una nuova identità albanese attraverso l’ornamento, inteso come pratica di riqualificazione urbana.
Marcello Francolini
mostra visitata il 31 maggio
Dal 31 maggio al 22 luglio 2016
Edi Rama
Galleria Alfonso Artiaco
Piazzetta Nilo, 7 – 80134, Napoli
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 20.00
Info: info@alfonsoartiaco.com