La consapevolezza che la storia di un popolo sia la storia di tutti i popoli affiora, si potrebbe dire, solo col senno di poi. Le vicende drammatiche che il Cile ha vissuto negli ultimi anni del ‘900 sono a ben guardare vicine alle nostre. Il terrorismo, la criminalità organizzata, la logica golpista. Così se gli strumenti sono variati, tra dittature sanguinarie, violenza stragista e repressione istituzionale, gli obiettivi sono stati sempre gli stessi: operare scelte politiche involutive e conservare il potere nelle mani di una oligarchia conservatrice.
Vista così, la storia del Cile risulta di fatto la nostra stessa storia. Se però sul passato possiamo più facilmente riflettere, altrettanto non possiamo fare per il presente. E proprio di questa difficoltà si fa testimone il lavoro di questi giovani artisti italiani e cileni. Fra loro tanti sono i punti di contatto: la contaminazione dei linguaggi (cinema, politica, musica, scienza), la riflessione sul reale, sul quotidiano, sui modelli della società, sull’individuo e la comunicazione.
Molto interessante il lavoro di Marco Prestia che unisce a reminiscenze cinematografiche alla “Pulp fiction”, una accuratezza e un’attenzione maniacale nello stabilire i particolari per ricostruire la tragica storia del suo “Operaio”. Nel video di
Da segnalare anche i paesaggi surreali di Patrick Hamilton, le immagini ammiccanti e crudeli di Caterina Purdy, o gli oggetti quotidiani di chissà quale Gulliver presentati da Viera Gallo.
Il risultato è un osservatorio attivo in cui tutte le relazioni sono ancora da creare e il visitatore ha due sole possibilità: cercare il filo di tutto, con il rischio di forzare un po’ la mano, o vivere tutto il senso di inadeguatezza alla scelta che il presente quotidianamente ci rinfaccia; quando non riusciamo a valutare bene i fatti, quando abbiamo una visione distorta delle cose, quando la storia ci appare semplicemente una giustapposizione di eventi. Abituati a ingabbiare la varietà in etichette, ci farà bene raccogliere l’invito di questa mostra: percorrere l’arte col naso attaccato alle opere, una per una, a tentoni, ma attenti.
Non sfuggirà nulla. Un caos incredibile finché non saremo pronti ad unire quegli inutili particolari e a scoprire di nuovo quel filo rosso che unisce tutti i popoli e tutte le storie.
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mostra vista il 4 novembre 2003
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BELLISSIMA !!
NON C'E' UN ARTISTA CHE TOGLIEREI DA QUESTO GRUPPO ESPOSITIVO!!
E CHE CAVOLO NON CI VUOLE MOLTO A FARE LE COSE PER BENINO!!
BELLI E BRAVI
ho visitato la mostra a caserta tutti
bravissimi..................ma devo fare i complimenti al lavoro di marco prestia!!!!
eccezzionale continua cosi.
finalmente una mostra come come
si deve.
bravo antonio arevalo e compagnia.
...che c'era anche un "nazista" tra gli artisti e per questo non ci andro' mai!!