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Fino al 22.XII.2017 | Eugenio Espinoza, Unlocking Something | Galleria Umberto Di Marino, Napoli

di - 19 Dicembre 2017
Pochi dubbi sul fatto che Eugenio Espinoza sia un artista fedele alla linea, intesa sia come percorso di ricerca personale, biografico, che come ente geometrico fondamentale, da definizione euclidea. «Un giorno, guardando una incisione di Albrecht Dürer, capii che la griglia era la rappresentazione grafica dello spazio reale. Fu allora che scoprii che la griglia era tutto ciò di cui avevo bisogno per creare arte senza ricorrere all’uso della composizione tradizionale», spiega l’artista venezuelano, nato a San Juan de los Morros nel 1950 e annoverato tra i più influenti nelle tendenze sud americane moderniste e antimoderniste. Formatosi tra gli anni ’60 e i ’70 tra Caracas e New York, è evidente la sua affinità con le correnti coeve del minimalismo, dell’astrattismo, dell’op art e del concettuale, in particolare con Gertrud Gego Goldschmidt, alla quale è vicino per il rigore della composizione e per il peso dato al ruolo dell’osservatore, e con Lucio Fontana, le cui ricerche sulle declinazioni dello spazio e sui modi di descriverlo e attraversarlo vengono approfondite in funzione sociale. Ha lavorato molto nelle Americhe, con mostre tra Sao Paulo, Miami, New York e Caracas, nel 2017 è stato insignito del premo J.S. Guggenheim Memorial Foundation ed è una interessante scoperta dalle nostre parti.

Eugenio Espinoza, Unlocking Something, 2017, veduta della mostra. Courtesy Galleria Umberto Di Marino, Napoli. Foto Danilo Donzelli

Per la mostra negli spazi di Umberto Di Marino, la prima personale in Italia, presenta una serie di opere realizzate, per la maggior parte, negli anni 2000 e tutte giocate su un serrato dialogo tra elementi che, rappresentati nella loro schietta superficialità, pure proiettano un’ombra enigmatica, seducente. Tele di diverse dimensioni giocano sulle pareti, si afflosciano su se stesse oppure tendono in obliquo verso l’alto, mentre le linee incrociate delle griglie, tracciate con rigore geometrico, si adattano alle pieghe e agli svolazzi. In questa serrata alternanza di pieno e vuoto, generata dai bianchi e dai neri compresi tra i moduli rettangolari della griglia, si giocano le ipotesi di rappresentazione della realtà, dello spazio individuale, sociale, politico. La storia è tutta lì, non c’è bisogno di altre strutture visive o esplicative per raccontarla, come in Made in USA, in cui la tela, ritagliata a guisa di bandiera, sembra garrire al vento, oppure in Kantinflas, riferita al noto attore messicano Fortino Mario Alfonso Moreno Reyes, in arte Cantinflas, nella quale compaiono anche altri elementi, una lavagnetta e alcune ossa, sempre inquadrati nel modulo geometrico.
Ad accompagnare la mostra, Walk in progress, performance nella Chiesa di San Giuseppe delle Scalze, in cui una grande griglia nera su tela bianca era ordinatamente disposta sul pavimento della navata. Il pubblico è stato invitato a intervenire nella struttura, lacerando e riannodando, come in un rito sacrificale o ludico.  Alla fine, un nuovo, caotico schema è venuto alla luce, lunghe trame di stoffa tese in direzioni opposte, da un angolo all’altro, un intricato percorso impresso sull’ordinato impianto architettonico dell’edificio.
Mario Francesco Simeone
Mostra visitata il 7 ottobre 2017
Dal 7 ottobre al 22 dicembre 2017
Eugenio Espinoza, Unlocking Something
Galleria Umberto Di Marino
Via Alabardieri, 1 – 80121, Napoli
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 15 alle 20, la mattina su appuntamento
Info: info@galleriaumbertodimarino.com

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