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fino al 23.VI.2002 Dario Cusani – Dal ferro al silicio Napoli, Città della Scienza
napoli
La rappresentazione della Bagnoli in dismissione, dei vecchi impianti dell’Italsider che lasciano spazio a nuove realtà economiche e sociali in mostra…
La dismissione dell’area industriale di Bagnoli è cominciata già da qualche anno. L’area occupata per un secolo dall’attività dell’industria dell’acciaio sta perdendo, demolizione dopo demolizione, la propria identità. Si presenta adesso come un orizzonte irreale, uno spazio per l’immaginazione, dove il futuro è ancora tutto da costruire e la memoria del passato ancora da scarnificare. Questo mondo in frantumi, in cui il mutamento si fa visibile, è raccontato nella mostra di Dario Cusani, Dal ferro al silicio, alla Città della Scienza di Bagnoli, luogo simbolo del mutamento di quell’area. L’allestimento è costituito da una gabbia di tubi d’acciaio, che riproducono l’idea di un cantiere, nella quale sono state installate circa 50 opere tra quadri, gigantografie, progetti di quadri e installazioni. Durante tutto il periodo di apertura della mostra sarà realizzata con l’apporto dei visitatori, che aggiungeranno con un pennarello un segno del loro passaggio, un’opera work in progress, su di una tela che riproduce l’immagine dell’ex laminatoio Italsider, il coccodrillo. La tela sarà poi battuta all’asta e il ricavato devoluto in beneficenza.
Dario Cusani utilizza diverse tecniche, dalla pittura al photocollage, e diverse tecnologie, dal pennello al mouse. Cosicché i frammenti della foto di un groviglio di cavi elettrici, possono trasformarsi in un piatto di spaghetti: spaghetti elettrici. E un oleodotto, in un enorme ragno. E le ciminiere in tante candeline su una torta, zattera persa in un mare nero in tempesta. Fotografia e pittura nell’arte di Cusani sono elementi che si riversano l’uno nell’altro fino a perdere la loro essenza costitutiva. «La foto è la rappresentazione della realtà, la pittura quella del sogno», dichiara l’artista; come per dire che l’arte è la facoltà di destrutturare la realtà, di trasfigurarla, fino a coglierne l’assurdo, come in una inutile corsa verso il precipizio.
L’artista sembra irrompere nell’arte visiva con un personalissimo codice che apprende più dalla musica che dalla pittura. Armonizzare la dissonanza, ridurre il tempo in un codice di segni, è l’aspirazione aritmetica e irrisolta del musicista, ed è anche il tentativo di Cusani (che musicista lo è davvero) di ricucire sulla tela con qualsiasi mezzo (analogico o digitale) il proprio pensiero e la propria aspirazione espressiva.
Rimane adesso la fabbrica dalla quale siamo partiti, la demolizione di ciminiere e capannoni nella quale siamo emotivamente coinvolti. Rimane lo specchio di mare in cui si riflette tutto questo, e adesso qualche tela cosparsa di colori e segni. Rimane un passato di lavoro e di lotte, di conti sospesi. Erri de Luca scrive: “Vedo le opere di Dario, riporta notizie da una demolizione di cui mi sento parte. Vedo il frutto e l’inventario del suo paesaggio sul litorale della siderurgia perduta, il suo sguardo da perito settorio che scruta reperti di autopsia del millenovecento”.
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Dario Cusani online
claudio silvestri
Dario Cusani, “Dal ferro al silicio”..
Città della Scienza
Via Coroglio 104
Orari: dal martedì al sabato ore 9/17, domenica ore 10/14 10/19
Informazioni: tel. 081 7353202
Catalogo: a cura di Paolo Balmas e Valerio Dehò
Mostra realizzata con il patrocinio della Regione Campania e prodotta dalla In Art Move srl di Roma
[exibart]