Sparsi sul pavimento dell’ampia sala, rimangono decine di blocchi di argilla, forme squadrate che trattengono tracce, gesti sedimentati di persone assenti. Queste sculture create dall’azione diretta dei processi biologici, orme impresse dal contatto tra il minerale e i corpi, sono gli elementi residuali di Poggiare i piedi dentro l’anima/Studio quarto per l’estasi nel paesaggio, l’azione performativa proposta da Virginia Zanetti per i nuovi spazi espositivi di Dino Morra e preceduta da un workshop di preparazione che ha coinvolto, in particolare, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Per l’artista toscana, l’ibridazione è una metodologia di approccio alla pratica della performance, che diventa, così, una superficie di scivolamento dei linguaggi e dei rapporti, struttura di relazione tra movimento e scultura, ambiente e individuo, artista e pubblico. Studio per l’estasi del paesaggio è un progetto iniziato nel 2013 e portato avanti in luoghi diversi, tra Pieve a Presciano, Scandicci e Specchia, in ambienti eterogenei, dal palco di un teatro a un bosco, alla ricerca dell’energia vitale attivata dalle azioni di contatto. Stendersi sulla nuda terra, condividere uno spazio esiguo, chiudere gli occhi, sono eventi epifanici della coscienza, manifestazioni esperienziali che mettono in luce il nesso tra l’uomo e la situazione.
Il quarto incontro si è svolto a Napoli, nel Complesso storico dell’ex Lanificio militare, «un ambiente del dialogo, in cui la sfida è stata far interagire i materiali e le azioni della performance con i segni evidenti del luogo», ha spiegato Marianna Agliottone, curatrice della tappa napoletana. In questo luogo della memoria nuda, in cui i codici della storia sono incisi nell’architettura, i partecipanti hanno tracciato l’intervento del proprio corpo su forme di argilla fresca, una plasticità sensibile performata dallo scambio, dall’aderenza tra il sé e qualcosa d’altro. L’erosione, la levigatura, la compressione hanno scandito un ritmo mediato dalle membra, una cadenza che ha modellato questi oggetti dell’estensione, come se quel piano di aderenza tra le persone e la materia, solitamente impalpabile, avesse assunto una forma aggettante, indipendente. La distanza e la corrispondenza condensano e sgretolano la propria semantica, affidata alla memoria dei rilievi, componendo sculture relazionali animate da chiaroscuri, torsioni, contrasti. L’energia si solidifica nel supporto minerale, mostrando i sedimenti rimasti dall’ibridazione delle consistenze, come un’archeologia del passaggio dall’uomo al mondo.
Mario Francesco Simeone
mostra visitata il 1 luglio
Dal 6 giugno al 23 luglio 2015
Virginia Zanetti, Poggiare i piedi dentro l’anima/Studio quarto per l’estasi del paesaggio
a cura di Marianna Agliottone
Dino Morra Arte Contemporanea
Piazza E. De Nicola, 46 – 80139 Napoli
Orari: dal martedì al venerdì, 10.00-12.30 / 16.00-19.00; sabato, 10.00-13.00.
Info: morra.dino@gmail.com