Negli ultimi anni, l’atto di comunione tra pittura e nuovi media si muove su confini sempre più incerti. Mentre la fotografia e le diverse forme di comunicazione elettronica hanno cercato di dare ai linguaggi più tradizionali nuovi input per rinnovarsi, la ricerca pittorica più recente si è lasciata intimidire dall’autorità delle immagini trasmesse dalla stampa quotidiana, dai video e dalle pubblicità.
In questo spinoso territorio di confronto Pittura elettrica approda al suo secondo appuntamento, col medesimo intento di riflettere sul valore della pittura in relazione alle potenzialità e ai segni provenienti dalla sfera della comunicazione massmediale. Il grosso della mostra si focalizza sulla figura umana: icone, stereotipi femminili e modelli comportamentali, che mescolano il linguaggio quotidiano e popolare a quello pittorico.
Una quasi totale identificazione con l’immagine fotografica si ha nei dipinti di Adriano Nardi (Rio de Janeiro, 1964; vive a Roma). Il suo è un repertorio iconografico assai familiare: quello trasmesso dalle pagine delle riviste di moda e dalle pubblicità. Le protagoniste sembrano ritagli trasferiti sulla tela e ‘abbelliti’ da un gioco di campiture astratte, colorate, sovrapposte all’immagine stereotipa della femminilità.
Ancora donne (calate in atmosfere un poco noir), al centro delle opere di Igor Verrilli (Benevento, 1969): forti contrasti di luci ed ombre, sfondi nerissimi rischiarati dai toni bianchi e grigi della pelle nuda. Un ideale erotico tutto tenebre e drammaticità ma alleggerito dall’ironia dei titoli (Quando scappa scappa!, Maronna mia, Lasciatemi grattare in pace).
Mauro Di Silvestre (Roma, 1968), invece, ricerca l’istantaneità e la flagranza dell’evento. Servendosi di realismo meticoloso come un trompe l’oeil, descrive l’atmosfera eccitante e fugace delle feste di compleanno. L’inquadratura, ravvicinata e incorniciata da un bordo bianco, ha il sapore delle foto rico
Interessanti i dipinti di Angelo Bellobono (Nettuno, 1964; vive a Roma), oscillanti tra spontaneità espressionista ed un realismo di raffinata esecuzione. L’autore impiega inquadrature ravvicinate e modella il colore come fosse creta: neri e bianchi che si sovrappongono, qualche sfumatura dorata, e ombre azzurrine che accentuano la sfocatura e l’effetto deformante del soggetto. Una pittura più carica di soggettività, che punta lo sguardo sullo spettatore e lo attrae con la sua intensa emotività.
Infine (come già nel primo capitolo della rassegna), accanto ai dipinti è presentata un’opera di animazione, questa volta firmata da Silvano Tessarolo (Bassano del Grappa, 1956; vive a Tezze sul Brenta, Vicenza). L’artista ripropone le sue sculture (fatte con giocattoli, cartone e cera) in forma tridimensionale e realizza un surreale volteggio di ossa e muscoli. L’atmosfera sinistra dell’opera è sottolineata da un’ambientazione arida e sconfinata che diventa metafora dell’incertezza e della fragilità del reale.
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marianna agliottone
mostra visitata il 30 settembre 2006
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ah sperà, ma fatte l'affarazzi tua!!!
A' Lorè: secondo ed ULTIMO capitolo????