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23
settembre 2009
fino al 25.IX.2009 Airswap Napoli, NotGallery
napoli
Arte prêt-à-porter, da prendere al volo. Gli aeroporti saranno attraversati da viaggiatori che, barattando il proprio abito usato, ne avranno uno riveduto e corretto dall’Airswap's kiosk. Un bagaglio pieno di pezzi unici...
Il progetto è ambizioso e, in tempi di crisi economica,
una proposta di baratto può sembrare un anacronistico passo indietro.
Airswap, ideato da Arianna Callegaro con Luca Mazza, taglia
invece i costi, cuce la creatività artistica e arricchisce la valigia del
viaggiatore. Destinazione finale di Airswap è un futuribile speciale padiglione
progettato da Roberto Zanon, localizzato in aeroporto, che ospiterà gli abiti scelti
e interpretati dagli artisti per essere barattati, consentendo il libero
mercato della loro creatività.
Dopo diverse sessioni, tra cui Manifesta7 e il Festival
dell’Arte Contemporanea di Faenza, la pubblicazione di un primo catalogo italo-francese,
il database di Airswap ha combaciato con la ricerca underground di NotGallery,
che si focalizza sui lavori prodotti al confine tra arte, moda e fumetto.
Il catalogo è stato così aperto a Napoli da Mara De Falco,
che ha coinvolto numerosi artisti, dai napoletani Rosaria Iazzetta, che denuncia in maniera
totalitaria l’atteggiamento dei carnefici costretti a guardarsi sempre alle
spalle per difendere le loro mani macchiate di sangue; Enzo Calibè, con una trama bianca di Biological
Memories su una
gonna, nera come monito per un futuro asettico privato dalla natura, a cui fa
da controcanto il suono del mare di DDM e Roberto Pugliese raccolto in sedici auricolari che,
come conchiglie, scappano fuori da un kway.
Il palermitano Adalberto Abbate trasforma in bandiera una Furiosa! minigonna rosso comunista, con il
simbolo di falce e martello divenuto un logo non profit. Un’interazione totale
ma meno convincente si crea con A paintable piece of art, il vestito ingessato di Annalisa
Mazzoli, dove il
visitatore può lasciare un indelebile sprazzo di Uniposca sullo spazio bianco.
“Finali aperti per racconti dalle trame
imprevedibili“,
scrive De Falco nel testo, cioè chiavi di lettura molteplici prodotte dagli
artisti, in continuità con la propria ricerca ma su tessuti nuovi, come quello
sintetico di Martina Dinato, un fresco abitino vintage che porta con sé le vecchie
cartoline delle vacanze. Il viaggio come metafora della vita – e quindi come un
percorso ancora aperto – è nella trama dal significato doppio: quella familiare
e quella dell’abito di Air.plot, il manifesto di Roxy in the Box con il ritratto di famiglia del
matrimonio degli zii, mentre MaraM fa cucire a madre e nonna il suo tessuto per segnare la
trasmissione generazionale di conoscenza.
Rapporti femminili complessi in Martina Poiana, con un abito dal vezzoso décor sulla schiena, che va a zonzo per
la città fotografata da Sabrina Ruggeri, nella ragazza ricamata da Rita Casdia fino al tra(n)sferimento per Macro da un sesso all’altro, in una
zona di passaggio come l’aereoporto di Trans.it, un pene di plastica su una gonna
non a caso di colore rosa femmineo e gay, e, all’opposto della femminilità
facilmente acquistabile di Iabo, con il simbolo dell’euro e della vagina posti a
contrasto sullo stesso piano.
Una formula “unconventional and easy“. Per portare l’arte oltre
la serialità della produzione.
una proposta di baratto può sembrare un anacronistico passo indietro.
Airswap, ideato da Arianna Callegaro con Luca Mazza, taglia
invece i costi, cuce la creatività artistica e arricchisce la valigia del
viaggiatore. Destinazione finale di Airswap è un futuribile speciale padiglione
progettato da Roberto Zanon, localizzato in aeroporto, che ospiterà gli abiti scelti
e interpretati dagli artisti per essere barattati, consentendo il libero
mercato della loro creatività.
Dopo diverse sessioni, tra cui Manifesta7 e il Festival
dell’Arte Contemporanea di Faenza, la pubblicazione di un primo catalogo italo-francese,
il database di Airswap ha combaciato con la ricerca underground di NotGallery,
che si focalizza sui lavori prodotti al confine tra arte, moda e fumetto.
Il catalogo è stato così aperto a Napoli da Mara De Falco,
che ha coinvolto numerosi artisti, dai napoletani Rosaria Iazzetta, che denuncia in maniera
totalitaria l’atteggiamento dei carnefici costretti a guardarsi sempre alle
spalle per difendere le loro mani macchiate di sangue; Enzo Calibè, con una trama bianca di Biological
Memories su una
gonna, nera come monito per un futuro asettico privato dalla natura, a cui fa
da controcanto il suono del mare di DDM e Roberto Pugliese raccolto in sedici auricolari che,
come conchiglie, scappano fuori da un kway.
Il palermitano Adalberto Abbate trasforma in bandiera una Furiosa! minigonna rosso comunista, con il
simbolo di falce e martello divenuto un logo non profit. Un’interazione totale
ma meno convincente si crea con A paintable piece of art, il vestito ingessato di Annalisa
Mazzoli, dove il
visitatore può lasciare un indelebile sprazzo di Uniposca sullo spazio bianco.
“Finali aperti per racconti dalle trame
imprevedibili“,
scrive De Falco nel testo, cioè chiavi di lettura molteplici prodotte dagli
artisti, in continuità con la propria ricerca ma su tessuti nuovi, come quello
sintetico di Martina Dinato, un fresco abitino vintage che porta con sé le vecchie
cartoline delle vacanze. Il viaggio come metafora della vita – e quindi come un
percorso ancora aperto – è nella trama dal significato doppio: quella familiare
e quella dell’abito di Air.plot, il manifesto di Roxy in the Box con il ritratto di famiglia del
matrimonio degli zii, mentre MaraM fa cucire a madre e nonna il suo tessuto per segnare la
trasmissione generazionale di conoscenza.
Rapporti femminili complessi in Martina Poiana, con un abito dal vezzoso décor sulla schiena, che va a zonzo per
la città fotografata da Sabrina Ruggeri, nella ragazza ricamata da Rita Casdia fino al tra(n)sferimento per Macro da un sesso all’altro, in una
zona di passaggio come l’aereoporto di Trans.it, un pene di plastica su una gonna
non a caso di colore rosa femmineo e gay, e, all’opposto della femminilità
facilmente acquistabile di Iabo, con il simbolo dell’euro e della vagina posti a
contrasto sullo stesso piano.
Una formula “unconventional and easy“. Per portare l’arte oltre
la serialità della produzione.
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Airswap
fra i parallel events di Manifesta
irene tedesco
mostra visitata l’11 settembre 2009
dall’undici al 25 settembre 2009
Airswap @ Notgallery
a cura di Airswap e Mara de Falco
NotGallery Contemporary Art Factory
Piazza Trieste e Trento, 48 (zona Chiaia) – 80132 Napoli
Orario: da
martedì a sabato ore 16-20 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0810607028; fax +39 0812140986; info@notgallery.com;
www.airswap.org
[exibart]
Errata corrige: il lavoro di Martina Poiana è stato concepito insieme a Sabrina Ruggeri. La fotografa, invece, è Barbara Zonzin.