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Dopo le “Partiture astratte” presentate questa estate da Cristina Moregola Gallery a Busto Arsizio, Betty Danon arriva a Napoli, nella Galleria di Tiziana Di Caro, con un revival dei primi collage e tele, opere risalenti agli anni tra il 1969 e il 1973. Il titolo è della mostra è una dichiarazione dell’artista, che tenta di definire il lavoro di quel periodo, incentrato sulla sinergia tra la forma geometrica chiusa e l’indeterminatezza della ricerca spirituale.
La produzione artistica di Betty Danon inizia ufficialmente proprio nel 1969, con lavori ispirati alla simbologia junghiana, riducendo cerchio e quadrato a due elementi primari, punto e linea, fondanti di tutto il suo lavoro, esistenziali e universali al tempo stesso. L’artista nata a Istanbul e, dal 1956, a Milano, è sempre stata interessata alla geometria, per scandagliare le problematiche della forma, in una dimensione essenzialmente progettuale e aniconica, dal cerchio al quadrato fino al mandala, in un succedersi di spunti, di ricorrenti riflessioni poetiche e ritrovate invenzioni, sotto il segno degli opposti. Le opere presentate alla Galleria di Tiziana di Caro rappresentano dunque le esperienze iniziali, dai collage ai primi dipinti, realizzati tra il 1972 e il 1973.
Betty Danon, veduta della mostra, Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, 2017
Nel 1972, scrive che il cerchio è «archetipo magico, eterno perfetto totale assoluto». Successivamente il cerchio si spezza per diventare «ombra-luce, conscio-inconscio, yin e yang, immagine eterna e spirituale del cosmo». In mostra è presente anche un’altra linea di ricerca, quelle delle Finestre di cielo, dove procede incollando scarti di nastro adesivo, tra i quali, tra residui di colore grigio-celeste, si intravedono piccoli spiragli di cielo. Una sala è dedicata alle opere pittoriche, acrilici su juta del 1972-73, in cui si configura una strutturazione modulare e rigorosa di elementi ritmici, programmati su diverse tonalità di grigio e su una maggiore attenzione nei confronti dello spazio. Dopo questo periodo, l’attenzione sarà essenzialmente rivolta al rigo musicale, con lavori più concettuali in cui l’interesse si sposterà verso il segno che si fa suono e natura. Infine, nei primi anni ’80, l’uscita volontaria dai circuiti ufficiali dell’arte, decidendo di lavorare volutamente nell’ombra e condividendo il lavoro con artisti di tutto il mondo attraverso mail art, poesia visiva, performance e libro d’artista.
Per Danon, arte e vita s’intrecciano all’unisono, in un percorso creativo ammirevole, oltre che ininterrotto, per diffondere la sua poetica e il suo pensiero oltre le concezioni usuali.
Sandro Bongiani
Mostra visitata il 18 ottobre
Dal 21 settembre al 25 novembre 2017
Betty Danon, Geometrie anni Settanta, tra logico e poetico, programmatico e casuale
Galleria Tiziana Di Caro
Piazzetta Nilo, 7 – 80134, Napoli
Orari: da martedì a sabato, dalle 15 alle 20 o su appuntamento
Info: info@tizianadicaro.it