«Caro ragazzo – non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi condottieri delle nostre vite e che a queste noi obbediamo senza saperlo», scriveva Vincent Van Gogh al fratello Theo in una lettera dell’agosto 1889. In questo caso non si tratta di piccole ma di grandi, grandissime emozioni. Dopo quasi quattordici anni, tornano al Museo Van Gogh di Amsterdam due tele, Spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta (1882) e Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen (1884-85), trafugate il 7 dicembre 2002 e che, secondo un ignoto destino, sono arrivate nelle mani di un camorrista narcotrafficante. Soltanto lo scorso settembre, gli agenti della Guardia di Finanza, coordinati dal colonnello Giovanni Salerno, sotto l’egida della Procura di Napoli, hanno scovato a Castellammare di Stabia (NA) questo immenso tesoro nascosto. A dimostrazione che certi miracoli avvengono non solo per mano di San Gennaro. Per tutti questi anni i due dipinti sembravano essere completamente scomparsi dalla faccia del globo, come ricorda il direttore del Museo Van Gogh, Axel Rüger, il quale aggiunge che «il loro recupero è ora uno dei nostri momenti più gioiosi». Il 6 febbraio scorso è stata perciò celebrata, presso il Museo di Capodimonte di Napoli, non solo una cerimonia per la riconsegna delle due opere al Museo di Amsterdam ma anche la restituzione con esse di una parte del patrimonio artistico mondiale a tutta la collettività.
Inoltre, per omaggiare la Campania, dove è avvenuto il ritrovamento, è stata organizzata una mostra temporanea, incentrata sui due capolavori, proprio al Museo e Real Bosco di Capodimonte. Si potranno così ammirare Spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta (1882) e Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen (1884-85) di nuovo insieme una accanto all’altra, allestite nella sala adiacente alla Flagellazione di Caravaggio. Entrambi i dipinti si riferiscono alla fase iniziale della carriera pittorica di Van Gogh, il quale, si ricorda, intraprese tali studi totalmente da autodidatta. Proprio perché appartenenti a tale periodo, in cui egli subiva l’influenza dei maestri fiamminghi secenteschi e di una greve vena morale, si ritrova una tavolozza cupa, dalle tonalità spente ma dalla inconfondibile pennellata pastosa. Nel caso della veduta della spiaggia di Scheveningen, le parole dello stesso pittore olandese ben descrivono questo “grande studio di sabbia, mare e cielo”: «Il mare prima della tempesta era quasi ancor più impressionante che durante la tempesta stessa. Le onde si susseguivano così rapidamente che l’una si abbatteva sull’altra creando una sorta di schiuma, mentre la sabbia trasportata dal vento avvolgeva il mare in primo piano in una specie di velo». Insieme al dipinto in cui è ritratta la chiesa di Nuenen, dove il padre ha esercitato l’attività di pastore e dedicato alla madre, questi capolavori sono fondamentali per comprendere proprio la primissima attività di Van Gogh, rendendo così la mostra a Napoli un’occasione davvero imperdibile.
Annapaola Di Maio
mostra visitata il 6 febbraio
Dal 6 al 26 febbraio 2017
Vincent Van Gogh, I capolavori ritrovati
Museo di Capodimonte, via Miano, 2 – 80131 Napoli.
Orari: aperto tutti i giorni, dalle 10 alle 19.30
Info: sspsae-na.capodimonte@beniculturali.it
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