È un rapporto evanescente quello fra
Klaus Pinter (Schärding, 1940) e l’Italia. L’artista che ha sviluppato le sue mostre su di un asse Vienna-Parigi-New York e passante per Berlino, fino a ieri in Italia non aveva mai esposto. E nel rinnovare il suo ruolo di crocevia delle arti, Al Blu di Prussia -riedizione della storica galleria guidata da Guido Mannajuolo dal 1943 al 1957- ha scelto di dare voce a quanti, almeno nel nostro Paese, non l’hanno ancora avuta.
In collaborazione con la Galleria Pièce Unique di Parigi, la mostra presenta un insieme di collage derivanti dallo studio delle grandi installazioni di Pinter in spazi architettonici pubblici, che costituiscono ciascuno un’opera a sé. Spicca fra gli altri
La conquête de l’air (2005), modello realizzato per l’intervento nel 2006 nella corte dell’Albertina a Vienna in occasione dell’anno mozartiano. Si tratta di una scultura pneumatica, ossia nella quale viene soffiata continuamente aria tramite un tubo trasparente collegato a un motorino. Tutt’intorno a questa “
macchina volante”, come ama definire le sue sculture Pinter, realizzata in pvc trasparente sono sospesi, quasi come se volassero, degli stilemi rococò a ricordare la dedica mozartiana dell’installazione.
Da segnalare anche il collage
Rebonds – Panthéon, eseguito per la realizzazione di due sfere in pvc riflettente, collocate all’interno del Panthéon a Parigi nel 2007. I collage di Pinter sono suggestioni di pensiero, realizzati con immagini fotografiche o disegni su vari tipi di supporti, mentre la pittura argento e oro è utilizzata per le sue proprietà riflettenti.
Ellipsoid (2005) è una grande scultura, un disco in plexiglas dipinto e illuminato all’interno, che ricorda un grande occhio vitreo con cornea dai colori dell’iride e pupilla blu, raffigurante un cervello dalle venature rosse.
La mostra d’esordio del rinnovato Blu di Prussia lascia ben sperare nell’attestarsi della galleria su di un filone diverso rispetto alle solite proposte delle gallerie, che spesso inseguono solo mostre di grandi nomi. Anche lo spazio multifunzionale della stessa, con saletta per dibattiti o proiezioni, lascia intendere che ci sarà nel suo programma un’interazione fra le arti. Nella speranza che, sotto questa insegna, possano raccogliersi come in passato gli aspetti più vivi della cultura napoletana e non solo.