Eroi! Come noi…? L’interrogativo socio-antropologico è il filo conduttore di questa collettiva. Calibrata e nutrita negli spunti, meno nella scelta dei media -quasi esclusivamente foto e video, con poche eccezioni- la mostra è giocata sulla presentazione di microcosmi di riflessione senza pretese universalistiche, snocciolando una corona di artisti di diversa provenienza, non solo geografica. In un tempo in cui l’individuo si eclissa dietro un’invadente globalizzazione, faticando ad affermare il proprio esserci, è ancora legittimo parlare di eroi stricto sensu? La risposta non può che essere negativa poiché, come dimostrano gli artisti ospitati a Palazzo Roccella, il vero eroismo oggi sta nella capacità di affrontare le difficoltà del quotidiano e di sopravvivere alla giungla della vita, e semmai è più facile imbattersi nei “miti” che negli “eroi”.
Se un tempo, compiere un’impresa titanica consentiva di vedersi citati nei libri di storia, oggi, persino i supereroi dei fumetti si trasformano con Adrian Tranquilli in marionette emaciate e dimesse che -persi i superpoteri- non alzano un dito se non manovrate da un fantomatico burattinaio. Un incipit poco rassicurante che trova il suo trait d’union nei video di Trine Lise Nedreaas, in cui le imprese da guinness diventano riflessione sul desiderio di superare i propri limiti, di “darsi un significato”, sebbene questo mettersi in gioco non lasci scampo al giudizio altrui. Da un pianterreno dedicato al video, il percorso prosegue al primo piano dove spiccano per brillantezza di superfici e colori le tavole lignee di ascendenza bizantina e fiamminga di Tom Sanford, alter ego del rapper Tupac Shakur, morto ammazzato in una rissa a colpi di rime e coltelli. Imbracciano mitra, invece, i soldati-assoldati a otto dollari al giorno per difendere una revoluciòn bolivariana che mai li renderà eroi, ritratti dall’obiettivo di Fabio Cuttica.
Un po’ retorico il lavoro di Sislej Xhafa, che filma due skinhead intenti a scambiarsi effusioni in una felliniana Fontana di Trevi. Che anche i neonazi facciano sesso dovrebbe intenerirci? Al contrario, sebbene affidato ad una simbologia scontata, risulta d’impatto il video dell’israeliana Sigalit Landau che, nuda, fa l’hula-hoop con un cerchio di filo spinato. Simbolo di una ferita indelebile che ci ricorda quanto poco eroici sappiano essere gli uomini. Spiazzano i montaggi fotografici del gruppo moscovita AES+F. Sembrano manifesti pubblicitari dei marchi più cool, indossati da adolescenti che, con nonchalance incarnano spietati boia, moderni eroi dei videogame. Niente sangue però, si tratta solo di macabre messinscene.
E dalla schiavitù del fashion si passa a quella ideologica, dove l’assenza di libertà è tragicamente espressa dagli uomini seppelliti vivi, impossibilitati a muovere corpo e mente, immortalati negli scatti di Yerbossyn Meldibekov. Certamente più leggera, a tratti esilarante la creatività degli artisti al secondo piano. Nulla da eccepire alla divertente videoinstallazione del francese Pierrick Sorin, che moltiplica la sua immagine in una ventina di monitor che lo riprendono mentre compie senza sosta i più banali gesti quotidiani, in un ritmo incalzante da film muto che, nonostante tutto, fa pensare alla perdita di contatto con l’interiorità indotta dalla frenesia dei tempi moderni. E sulla scia del divertissement si pongono i frame da video di Kathryn Cornelius, in cui una casalinga da spot, in elegante abito scuro, passa l’aspirapolvere nel deserto, un’impresa che definire eroica è un eufemismo.
Una sintesi di tutta l’esposizione è racchiusa negli scatti di Hu Yang, che scrutano la spontanea quotidianità delle dimore cinesi in bilico tra modernità e tradizione, tra benessere e povertà. A questo punto non resta che chiedersi: indossare le candide e angeliche ali di Ilya Kabakov basterà davvero a renderci, se non eroi, almeno individui migliori?
mara de falco
mostra visitata il 12 maggio 2007
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ottima lettura
Brava Mara...10 e lode!!!
hai colto in pieno il senso della mostra e lo hai raccontato in maniera precisa e puntuale
di una banalità disarmante. Allestimento inesistente.
Articolo molto interessante dove ci presenti la vita degli uomini di oggi con buon stile e grazia.
Non so se nel mondo di oggi c'è ancora spazio per gli eroi, io spero di si.
Un caro saluto.
Maria