Riprendendo il titolo da un cd del progetto musicale americano “DNTEL”, la collettiva Life is full of possibilities, curata da Marco Altavilla, riflette sulle possibilità di interazione e di interconnessione tra i differenti linguaggi dell’arte.
E così gli scatti fotografici di Brulotti, la pittura di Martin, le installazioni di Gonzato e di Uzunovski, l’intervento sonoro dei Tu m’ si confrontano dimostrando di poter dialogare armonicamente fra loro.
C’è infatti un filo impercettibile che lega le opere esposte. I cinque protagonisti della mostra pur presentando lavori diversi a livello formale e tecnico-espressivo condividono una predisposizione per i materiali più svariati. I molteplici media adottati, all’apparenza distanti, si combinano in un delicato equilibrio che sembra rendere i confini di genere sempre più labili.
L’attrazione per i materiali artificiali e l’abile manualità è ciò che contraddistingue il lavoro di Paolo Gonzato. Spina dorsale della mostra è la sua installazione: una tenda con le stelle, realizzata utilizzando materiali di scarto, che separa e al tempo stesso unisce le due sale più grandi della galleria. La ricerca di Gonzato si lega infatti, sin dai
Il giovane artista di origine coreana Xavier Martin presenta una serie di dipinti di varie dimensioni. Anche se si tratta di pittura, progetta il suo lavoro come un’installazione. L’artista dipinge paesaggi ma ad un primo sguardo i dipinti appaiono come configurazioni cromatiche astratte. Delicate e indefinite gradazioni di colori ricoprono la superficie delle tele e degli specchi. Paesaggi indistinti, in cui i contorni si confondono creando una realtà fantastica, sospesa fuori dal tempo e dallo spazio.
Mescolando abilmente realtà e finzione grazie alla tecnologia, Nikola Uzunovski presenta la sintesi di un complesso percorso di ricerca. Un’immagine digitale mostra una scultura ambientale realizzata dall’artista in marmo e plexiglas inserita in uno sfondo
Le foto dell’esordiente Francesco Brunotti raccontano di scenari periferici, di luoghi lontani. L’artista ritaglia prospettive e scorci insoliti, trasformando questi spazi in luoghi irriconoscibili e misteriosi. La periferia diventa così testimonianza di un divenire aperto ad ogni possibilità.
Lo sfondo sonoro della mostra è realizzato dai Tu m’, ovvero Rossano Polidoro ed Emiliano Romanelli. Il duo pescarese si interessa da anni all’interazione tra i segnali sonori, in particolare reinterpreta e manipola il suono digitale in modo da renderlo indistinguibile. Suoni contrastanti, errori digitali elaborati al computer si intrecciano nella loro composizione musicale che spinge a considerare le infinite possibilità delle nuove tecnologie.
lorena grieco
mostra vista il 9 luglio 2003
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