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L’itinerario di Franco Cipriano (Scafati, 1952), partito da un’esposizione rigogliosa e vivace come sono tutte le sorgenti – “Mysterium, bibliotheca philosophica”, allestita nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli – si precipita infine nella foce di una nuova mostra, presso la Galleria PrimoPiano Napoli, lo spazio espositivo di Via Foria 118 dedicato alla fotografia. L’esposizione, curata da Raffaella Barbato con il supporto tecnico di Ciro Ciliberti, non scende a precipizio con la forza della cascata né si misura con il languido, imprevedibile assottigliarsi di certi fiumi, che sono poi destinati a seccare, asciugando nella terra: “Mistero chiaro, biblioteca catafisica” ha nel suo procedere l’andamento di un fiume singolare, che si raffigura come un cerchio e in cui la foce precede, cronologicamente, la sorgente.
Le circa trenta fotografie, scattate durante la preparazione dei materiali che hanno poi formato quella esposizione-sorgente, mostrano qui la contiguità, l’affinità logica e temporale con un’origine ancora amorfa e priva di colore, in cui l’assenza è forse l’elemento più dinamico. I libri candidi, rilegati ma illeggibili nella loro struttura di gesso e le scarne strutture disposte con rigore in alcuni punti della galleria, prive di una connotazione di senso se non forse biblico, mostrano, fortissima, una voglia di immobilità che è quasi da santuario.
La sottile pagina bianca, distesa lungo la parete come un foglio di papiro ma più solida e simile a una stele, rimarca quella sensazione da monolite che poco avrebbe a che fare con l’idea di genesi. L’origine ha forse un rigoglio, un blaterare indistinto come sono le idee quando ancora non sanno darsi la forma di parola e questo è un movimento che si intercetta sempre nella formazione di qualcosa. Franco Cipriano, al contrario, propone l’immagine di una fermezza ecclesiale, dove il nulla è dato come prova tangibile dell’origine. È questa, sicuramente, una visione attraente dello “spazio inimmaginabile”, in cui le fotografie, forma concreta in una esposizione altrimenti albina e muta, quasi lunare, mostrano “la nuda evidenza delle cose al loro stato di sospensione del senso”. Tuttavia risulta difficile, per buona parte del nostro spirito attivo, accettare un nulla così ciecamente affidato al principio delle cose. E forse proprio questa difficoltà ha portato l’artista a includere, nell’esposizione, linguaggi altri, ben più forti e impositivi, come quelli della performance, con l’intervento dei musicisti Ilaria Scarico, Giovanna Panza e Antonio Barzaghi e con il suono, fermo e continuo, della voce dello stesso Cipriano.
Non sembra accidentale, tuttavia, la necessità di darsi a questo bianco nulla, che potrebbe avere a che fare con l’intimità di un senso invece cercato, abitato forse per qualche segmento della propria evoluzione artistica e poi sfuggito, come il colore che si attenua e infine si lascia, impunemente, assorbire dalla tela.
Elvira Buonocore
mostra visitata il 26 maggio 2017
Dal 26 maggio al 27 giugno 2017
Franco Cipriano, Mistero Chiaro, Biblioteca Catafisica
Galleria PrimoPiano
Via Foria 118 – 80137, Napoli
Orari: mercoledì e giovedì dalle 15.30 alle 19.30; gli altri giorni su appuntamento
Info: primopianonapoli@gmail.com