In “Behind the curtain”, l’esposizione multimediale di Roberto Amoroso, artista napoletano trasferitosi a Milano dove vive e lavora, si indaga l’aspetto oscuro dell’arte contemporanea oltre l’apparato mediatico del web. «Siamo spesso coinvolti dall’aspetto più estetico e superficiale del processo legato all’autorappresentazione e al narcisismo» ci ha detto Amoroso.
La mostra mette quindi in luce il ruolo preponderante che ormai il web ha assunto nella nostra vita, cosa accade dietro le quinte del web, dietro le quinte del narcisismo della propria immagine svenduta per pochi “likes”, dietro le quinte della propria condotta di vita, fatta di ambiguità. Infatti tutti i likes che poniamo sul web possono anche definire il ruolo di una persona come quello dell’influencer, una figura che ha tantissimi followers e che può condizionare la moda e i meccanismi economici, tramite simboli ripresi nella serie di dieci tavolette di legno dal titolo Community of nothing, come quello dell’hashtag brandito dal militante del web come moderna svastica, oppure quella del catenaccio aperto che dà il senso della dispersione delle informazioni personali o ancora le scritte: Pray e I shop che inneggiano allo shop come ritualità della società odierna.
Il web omologa e gestisce identità che in esso si perdono e si ricostruiscono in una nuova forma globale facilmente monitorabile, geolocalizzabile e decifrabile nei gusti e nelle tendenze, divenendo un armadio sempre aperto dove la cortine, le quinte della nostra vita, sono sempre meno protettive e la nostra privacy alla mercé di tutti. I protagonisti di questo mondo sono presentati in tre dipinti in acrilico con sticker. In Soldier of opinions, un soldato del commento che opera sul web imponendo il proprio punto di vista. Localization of whims pone al centro un rapace, simbolo del motore di ricerca a cui tutti ci sottoponiamo volontariamente e che depaupera la nostra identità, permettendoci di imporre un’immagine precostituita di noi e, allo stesso tempo, mantenendo un silenzio ideologico su ciò che realmente pensiamo, concetto espresso dalle “museruole” di Without voice. Amoroso si chiede se quello che viene condiviso sul web venga fatto per narcisistico compiacimento della nostra immagine o per rilanciare le nostre idee per combattere una battaglia sociale.
Roberto Amoroso, Behind The Curtain, veduta della mostra. Dino Morra Arte Contemporanea, Napoli 2017
L’artista che opera col digitale ha realizzato anche due opere acustiche come un ipertesto mediante il ricorso alla matita e all’acquerello con una sovrapposizione di sticker a più livelli: Fineline #1 e Fineline #2, in cui ha voluto dare uno sguardo al passato, riappropriandosi di tecniche antiche, assimilate all’uso della tavoletta grafica su cui ha lavorato con Photoshop e Illustrator. Al centro della sala, troviamo una divertente istallazione a specchio in cui tutti i visitatori hanno ritualmente immortalato la propria immagina riflessa: The glorious void.
Non manca nell’esposizione un topos della classicità, quale un light box sul Memento mori – Laught, share & kill che richiama la piaga del cyber bullismo, l’utilizzo della rete per la derisione altrui a cui fa da contrappunto Hearsay Wall, un wallpaper su cui sono raffigurate bocche deridenti e parlanti simbolo dell’”inciucio”, che sul web come in un piccolo contesto sociale, può schiacciare le persone più fragili. Al suo interno viene proposto il video Behind The Curtain che racchiude tutto questo processo espositivo realizzato a quattro mani, in collaborazione con Dario Amoroso, creatore del video e delle musiche, e con Enzo Moretto, che ha realizzato la parte verbale di supporto al lavoro visivo, recitata assieme a Francesca Pizzo. Ci dice ancora Amoroso: «il web può essere un motore forte perché unisce pensieri, come ha unito me, Dario, Enzo e Francesca, in un sentire comune su questo tema». L’esposizione culmina nell’ultimo light box Hymn to destruction che rappresenta la nascita di movimenti terroristici che destabilizzano la nostra quotidianità affollata di tante questioni dalle guerre, all’emigrazione. «Il mio approccio è quello di un artista che si confronta con un immaginario quotidiano, fondamentalmente a me interessa l’ambiguità delle situazioni, non ho risposte, non voglio darne, non ho strumenti, mi interrogo su quello che vedo», conclude Roberto Amoroso.
Anna Di Corcia
mostra visitata il 13 maggio
Dal 13 maggio al 27 luglio 2017
Roberto Amoroso, Behind The Curtain
Dino Morra Arte Contemporanea
Piazza Enrico De Nicola 46 | Interno Ex Lanificio, 59 – 80139, Napoli
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 16.00 alle 19.00, il sabato dalle 10.00 alle 13.00, e su appuntamento
Info: morra.dino@gmail.com – 081 0332263