Mats Bergquist (Stoccolma, 1960) è un artista di poche parole. Una vita ricca di avvenimenti, vissuta in viaggio, un viaggio sia fisico che interiore. «Le esperienze mi hanno portato sempre lì – ci ha raccontato – vicino ad una dimensione spirituale». Cresciuto prima in Russia poi a Colonia, a causa del lavoro del padre, scrittore e diplomatico, Bergquist ha vissuto in un monastero nella Sabina e ha lavorato con i cistercensi in Boemia. Le sue esperienze, a volte anche tragiche, lo hanno spinto a individuare nella dottrina buddista e nello zen una via salvifica, nella quale sente di riconoscersi. Nelle sue opere traspare fortissima una ricerca ispirata alla cultura giapponese, nella quale sembra trovarsi perfettamente a suo agio, nella pratica come nel risultato finale.
“Ashes to ashes. Encausti” è un percorso espositivo fatto di contemplazione e attese. Le opere invitano alla riflessione e coinvolgono il pubblico in un’atmosfera di sottile sacralità, palpabile nelle opere e percepibile grazie all’allestimento che dialoga perfettamente con gli spazi del Museo Archeologico. L’encausto, tecnica antichissima usata per la pittura greco romana, viene rielaborata da Bergquist fino a diventare una pratica quasi alchemica, dalla quale nascono forme iconiche dall’aspetto puro, marmoreo. La semplificazione verso cui protende il lavoro dell’artista svedese, testimonia la forte relazione con la spiritualità, attraverso la quale un uomo è invitato a spogliarsi del superfluo per entrare in relazione con una dimensione “alta” della propria esistenza. Allo stesso modo, le opere si spogliano di qualsiasi segno raggiungendo un minimalismo concettuale, libero da qualsiasi costrutto speculativo, mostrandosi al pubblico sotto forma di immagini ierofaniche.
La mostra si apre con due opere poste nell’atrio del museo: Via Lattea e Architrave che, dialogando, instaurano una relazione architettonica con lo spazio circostante. Seguono, nei giardini, le Daruma, opere in ceramica raku a simboleggiare desideri che, forgiati dal fuoco, si rinnovano in un processo simbolico di morte e resurrezione della materia. Il percorso termina in una sala allestita al piano terra, dove sono ospitati le Venus – quadri concavi che rimandano alla maternità con un forte richiamo alla fertile e feconda madre terra – e l’opera Votiv-skepp, una struttura sospesa lunga 250cm. «Ogni cultura ha bisogno di manifestare il suo desiderio e la sua preghiera in un oggetto» afferma Bergquist e la mostra curata da Elena Dal Molin e Marco De Gemmis onora l’intenzione dell’artista di rendere un sobrio omaggio alla città di Napoli.
L’esposizione rientra nel progetto che il Museo Archeologico Nazionale ha avviato per attivare un dialogo tra il suo patrimonio di antichità e i linguaggi artistici contemporanei ed è promossa da Atipografia.
Tiziano Manna
mostra visitata il 25 settembre 2016
Dal 25 settembre al 27 ottobre 2016
Mats Bergquist, Ashes to ashes. Encausti
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo Nazionale, 19 – 80135, Napoli
Orari: dal mercoledì al lunedì, dalle ore 10 alle ore 18
Info: 081440166