La calca, la folla e il rumore dei vicoli napoletani fanno da controcanto annunciato alla suggestiva installazione di Gregor Schneider (Rheydt, Germania, 1969), dal titolo 26.11.2006, giorno dedicato alla commemorazione dei defunti dalla Chiesa Luterana.
Le viscere della città partenopea che pullulano, oltre che di reperti storici, anche di vita vissuta e che, da sempre, sono utilizzate come ricoveri, depositi, nascondigli, cimiteri di ossa, questa volta divengono contenitore di un manufatto artistico che tutto ciò raccoglie in sé. Schneider, privilegiando da sempre il territorio del fare –secondo lui “l’azione è la più alta forma di pensiero”– costruisce nei sotterranei seicenteschi di uno dei più affascinanti palazzi del centro antico della città, quello dei Principi Caracciolo d’Avellino, un labirinto che sembra condurre nelle viscere della terra, nel cuore di Napoli. In realtà, percorrendolo, i suoni di questa città martoriata, addobbata a festa per l’imminente Natale, si stemperano fino ad annullarsi nel silenzio, scandito esclusivamente dal rumore dei propri passi, che si avverte appena si supera il primo gomito del percorso. Da qui in poi si compie un lento avvicinamento, al buio, a tentoni, verso il cuore dell’installazione. La luce non filtra, non può farlo perché si è sotto terra. Le mani scorrono sui muri che fanno da guida, i piedi battono il suolo per testare che non sia sconnesso, si avanza verso l’ignoto come ciechi. La forza bisogna trovarla in se stessi, il percorso avanza e la consapevolezza anche.
Tutto il resto è cronaca. Bella, misurata e concettualmente risolta l’installazione Cyro Tank, Poenix II nella vicina chiesa sconsacrata di S. Gennaro all’Olmo. Il freddo dell’ibernazione corporea, alla quale allude, è pienamente trasmesso dalla superficie in acciaio specchiante, soluzione estetica che Schneider domina alla perfezione. Così come è cronaca –tutta prevedibile– la bagarre della serata inaugurale della Fondazione Morra Greco. Ma come fare a scegliere se rinunciare ad una strepitosa, claustrofobica e poco fruibile installazione di un artista di fama internazionale (vincitore a soli trentadue anni del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia) o, al contrario, al pubblico delle grandi occasioni?
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giovanna procaccini
mostra visitata il 4 dicembre 2006
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tra l'altro, alla fine di settembre, tre ragazzi dell'Accademia fecero la stessa cosa (in scala ridotta, s'intende) per il lancio del Politecnico delle Arti, solo che la gente entrava, due minuti e amen, senza rischiare di essere rispedita a casa o di essere colpita, nel frattempo, dalle miccette degli impuniti scugnizzi limitrofi
anche a me non è piaciuta. cosa c'era di strepitoso? un normale labirinto buio.
strepitosa? banalissima. fai Napoli sotterranea, è uguale
Beati voi che almeno l'avete vista...io ancora non ci sono riuscita: Visto che ero lì all'inaugurazione sono andata a vedere i pastori dei presepi a S.Gregorio Armeno
Gran mostra, splendido e pauroso il labirinto. In generale è da apprezzarsi tutta la riflessione di schneider sull'assenza della morte e le sue deliranti conseguenze nel mondo contemporaneo
perché? Cyro nella chiesa? pare la zuccheriera di mia nonna!
ho domandato più volte il perchè di quel Cyro, convinta di un errore di battitura da Cryo, vista l'ispirazione dell'opera al Crionismo, mi è stato risposto che è così e non c'è traduzione..