Se si potesse sintetizzarla con un unico aggettivo,
Low
Life Wellbeing Center_Bunker House sarebbe una mostra ‘immersiva’. Non però nell’accezione, diffusa
nel contesto delle contaminazioni tecno-creative, di coinvolgimento
multisensoriale, ma in quella di progressivo e graduale sprofondamento nei
contenuti, da cui riemergere con una piacevole sensazione di arricchimento.
Quando il connubio artista/curatore diventa un valore
aggiunto, vuol dire che qualcosa ha funzionato. Significa che esiste una
progettualità comune, capace di innescare processi meditativi. Ecco, anche in
questa tappa partenopea – dopo quella capitolina alle Cantine B.O.X. – l’accostamento
Angelo Bellobono (Nettuno, Roma, 1964)/Alessandro Facente ha dato prova di maturità.
Come nella precedente occasione, la struttura
architettonica risulta funzionale e determinante nella veicolazione dei
messaggi. Due sono i livelli di lettura: uno più corticale, esterno; l’altro
più midollare, profondo e soprattutto rivelativo. Lungo tutta la galleria,
distribuiti fra l’ingresso e l’ultima stanza, si alternano acrilici su tela di
piccole, medie e grandi dimensioni, intervallati nello spazio centrale da due
file di disegni che percorrono un’intera parete.
Sia i dipinti, eseguiti con pennellate diluite e liquide,
che i lavori su carta, dal tratto più abbozzato e anarchico, sono “
campi di
condivisione”, un
modo inedito per definire quelli che normalmente si chiamano ritratti.
Sono “idee”
di punk, raffigurati con tutti quegli elementi, orpelli, simboli che da sempre
li caratterizzano: creste, piercing, borchie, anfibi, pantaloni in pelle
attillatissimi, catene, sguardi torvi di chi è abbastanza incazzato col mondo.
O, forse, non abbastanza.
Perché, scendendo nel sottoscala, una sarcastica videoanimazione
in stop-motion, realizzata col medesimo stile disegnativo, scarno ed
essenziale, trasforma i “tipacci” del piano di sopra in addomesticati clienti
di un centro benessere che, al ritmo di una
God Save the Queen in salsa new age, cercano di
tonificarsi il
Power House praticando il pilates. Con un evidente effetto
autoridicolizzante comune a tutte quelle subculture che, svuotate della loro
carica eversiva e scomoda, private del “nocciolo duro”, si riducono a pelle e
polpa, a innocua esteriorità, in un procedimento che ribalta i termini del “
punk
is attitude, not fashion”.
Un’inversione di tendenza che fa tendenza, emblematica –
oltrepassando la circostanzialità dell’esempio – delle modalità di “comunicazione”
della nostra epoca. Non è un caso se i social network oggi rappresentano il
non-luogo in cui l’individuo riesce, paradossalmente, a esprimere e sollecitare
più liberamente le proprie e altrui emozioni, riconoscendosi in una community
allargata che, in fondo, non ha nulla di connotante, se non il fatto di
trovarsi tutti e simultaneamente di fronte a un monitor.
Così che, nascosti da un paravento virtuale e fisicamente
deresponsabilizzati, nessuno ci (ri)mette la faccia.
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Ottima mostra
Bellobono si esprime sempre in crescita.
complimenti!!!
Alberto de Marinis
Bellobono è un artista serio,
ha una visione creativa ben chiara.
Imbarazzanti e di Serie B sono semmai i soliti pseudo artisti invidiosi che prima di parlare dovrebbero almeno identificarsi.Non è una difesa è un dato di fatto.
Le opere di Bellobono in mostra alla Changing Role sono forti, emozionanti, coinvolgenti, innovatrici. Un allestimento essenziale ed organico . Una mostra che consiglio sicuramente.
Andrea leggo la tua critica più che lecita e aggiungo che è imbarazzante al punto che in casa mia, è appeso tra un luc tuymans e un peter doig e di fronte a degli imbarazzanti disegni di francis alys e dei miei amici un pò retrogradi lo costringono con rembrandt e freud.Pensa che me lo ha fatto comperare bill viola dicendomi di fregarmene di investire.Ma tu suoni il violino folen?
Gentile Sophie,
ritengo che dei tuoi soldi tu possa fare ciò che meglio credi ma se ti basta avere Bill Viola come consulente (?) per giustificare la qualità dei tuoi investimenti, non so cosa aggiungere... anzi rimango ancora più scettico sui criteri di selezione per la tua 'raccolta' e ti consiglio piuttosto di fare donazioni al volontariato e a enti assistenziali, sicuramente più meritevoli di tanti che operano nel mondo dell'arte
Gentile Andrea non mi avvalgo di alcun international art consultant,non faccio investimenti ed opero ampiamente in campo benefico,ma ho la fortuna di non vivere in Italia e di non dipenderne.Lei esprime giudizi mi pare, non solo su Bellobobo, ma su tutto e tutti e anche con una certa arroganza.Innanzitutto prima metta il suo nome e la sua faccia e poi può personalizzare le sue opinioni.
Leggendo i commenti dei vari Mark e compagnia bella e facile vedere, quanto l'analisi e il giudizio alla fine,scaturiscano da informazioni legate ai canali ufficiali, contro i quali gli stessi commentatori si scagliano.
Usando lo stesso gergo calcistico, a volte(spesso)in serie B giocano atleti di spessore e capacità superiori a quelli dei patinati circuiti di A.Le leggi di favoritismo dell'arte, nel paese Italia ,vigono anche nello sport.L'informazione e il giudizio dovrebbero nascere dall'azzardo e dall'informazione vera e non preconcetta.Faccio un esempio:Adriana Polveroni presenta un libro dal titolo "La sbolla dell'arte"che dovrebbe analizzare la decrescita presunta della bolla speculativa nel contemporaneo, ma la stessa in un articolo riguardo la mostra NY Minute al Macro, scrive che: "la mostra si sforza di cercare oltre le gallerie patinate e le sigle degli artisti paiono rubate a fanzine e centri sociali:street punk,wild figuration e new abstraction" e affermando ciò o c'è malafede o disinformazione, perchè l'intera mostra parte da una delle gallerie più patinate di NY..Deitch Project.Leggi bene i concetti e vai vedere le mostre che critichi duramente caro Mark e forse potresti contribuire anche tu attivamnete a far nacere qualcosa di meno vizioso.
La mostra a napoli di Bellobono è un'ottimo esempio di come la ricerca e la poetica artistica possano essere condivise in modo non formale. Il lavoro di Angelo sa parlare, gli spazi della galleria sono perfetti e la cura di Facente è partecipe dell'intero progetto. Troppo ormai siamo abituati a mostre "pacchetto" anche nelle gallerie di grido, troppo vediamo in giro produzione di seconda mano ricliclata come nuova e idee fuori tempo massimo spacciate come l'updated della scena internazionale.
Fermo restando il principio della libertà d scegliere cosa piace e cosa no, tanto di cappello a operazioni come questa.
Bravi tutti!
A parte i commenti su Bellobono che sono quasi tutti di persone che abitano a Roma (amici dell'artista ?)il "lavorare sul serio" e "lavoro in evoluzione" non significa poi che questo lavoro sia necessariamente un gran che.
Per me non vale molto e ritengo che oramai questo sia il livello della Changing Role: oramai una galleria in caduta libera, e lo dico con dispiacere.
Contro i fatti non valgono gli argomenti, basta guardare quali sono le ultime mostre per convincersene.
Caro Mark10 io abito a New York, dove siamo in molti a comprare i suoi lavori e compriamo anche da Zwirner, per il resto non so di cosa parli.In Italia dovreste guardarvi intorno un pò meglio.