Nel 1881, Gaetano Filangieri, principe di Satriano, propose al Comune di Napoli di farsi carico di tutte le spese per il restauro del quattrocentesco Palazzo Como per ospitarne, poi, la collezione che aveva messo insieme durante i suoi viaggi in tutta Europa. L’intento di questo illuminato collezionista non era di costituire una casa-museo, ma un vero museo civico per la città. Attualmente il sogno del suo fondatore sembra essere andato in frantumi per lo stato d’abbandono in cui si trova il museo e nonostante gli sforzi di quanti cercano di far rispettare i numerosi progetti ancora non attuati; è questo
L’esposizione si snoda attraverso due sale ed è costituita da opere delle collezioni del Museo Filangieri e di Villa Livia; quest’ultima fu costruita negli anni ’30 e intitolata a Livia Serra, duchessa di Cardinale, pronipote del Filangieri e moglie del dottor de Luca Montalto. I coniugi l’arredarono con pregevoli opere e, grazie alla parentela col Filangieri, fu donata al suo Museo nel 1959.
Fra le tele esposte spiccano la Testa di san Giovanni Battista di Juan De Ribera dai toni quasi algidi in contrapposizione con il rosso del sangue; la
la Predica del Battista di Micco Spadaro proveniente da Villa Livia oltre ad
Ma ad essere esposte non sono solo opere pittoriche. Vi sono, infatti, molti busti in marmo, legno e bronzo come un Ritratto di giovanetto attribuito a Luca della Robbia in base al quale questa terracotta dalla fisionomia malinconica potrebbe provenire dalla tomba di Pietro D’Aragona.
Pregevoli anche due opere a ricamo e acquerello, vasi in maiolica con doratura a freddo, una cassetta in legno, pietre dure ed ottone dorato insieme con un avorio inciso raffigurante la Carta geografica delle Province napoletane con i re di Napoli. E’ un’atmosfera di quasi reverenziale ammirazione quella che il visitatore respirerà osservando opere di artisti noti e meno noti ma da tutti si sentirà coinvolto e, alla fine del percorso, sarà più consapevole di come la Storia dell’arte sia scritta da tutti coloro che ne sanno rendere testimonianza. Certamente questa mostra vuole essere un omaggio della cultura che da sempre abita Napoli; è un proposito affinché quello che in origine era stato pensato come un museo “della città e per la città” ritorni così al suo legittimo proprietario: il popolo.
cristina ziccardi
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