Motivazioni molto impegnative, per il britannico Grant Foster (Worthing, 1982), e un’ambizione che procede alta, cavalcando tutte le buone intenzioni dell’artista, giunto a Napoli per la sua prima personale in Italia, presso la galleria Acappella. L’esposizione raccoglie dipinti e sculture che perseguono un obiettivo comunicativo comune, che vanno cioè sotto un’unica insegna. “Popular insignia” ruota vagamente intorno a un discorso molto complesso, la cui delicatezza andrebbe preservata dai pericoli di un’estetica che si barcamena tra l’ovvio e l’ingenuità. Al centro del lavoro c’è l’eroe, la figura più auspicata del nostro tempo, regredita al rigoroso compito di piacere e fuorviata dalle insegne, quegli umani stendardi sotto cui i popoli amano raccogliersi.
La potenza attrattiva di un individuo, le cui possibilità superano la natura e la verosimiglianza, genera di norma una serie di effetti contrastivi, che mal si legano con il simbolo, con quella “insegna” che, suo malgrado, li ha generati. Si tratta di effetti ludici, alimentati da una condizione d’animo sempre diffusa, che richiede spasmodicamente il lusso della bellezza e della forza. Una condizione, del resto, comune a tutti i momenti e a tutti i popoli. Una polemica molto precisa muove dalle figure in esposizione, immagini che si compongono di linee, di tenui fasci di colore che si misurano con un simbolismo vago e suadente, dichiaratamente ispirato al Magritte della Période Vache.
La protesta a cui Grant Foster rimette tutto il suo lavoro è accalorata, quasi adolescenziale per il sentimento di rivalsa che vi si avverte, sebbene le opere emettano un raggelante distacco emotivo, come una misura mantenuta anche di fronte alla propria spinta creativa.
Quell’eroe, che è anticipato con prepotenza sulla carta e che per questo siamo spinti ad aspettarci, risulta introvabile, perduto nelle scelte delicate dell’artista, ispirate alla cosiddetta anti-arte e all’estetica populista. Volendo avvicinarsi alla satira di Magritte, Foster ha reso troppo fugace il suo punto di vista, solamente accennando la sua idea e lasciando che il punto di forza restasse in ombra. L’eroe rappresentato, sottomesso a una poco chiara dittatura delle icone, che nega ogni pluralismo a fronte di più impellenti necessità collettive, ironicamente resta impelagato in un simbolismo quasi vuoto, fatto di insegne enigmatiche e quasi casuali, che poco rende merito all’eroe, per ciò che è e per ciò che dovrebbe essere.
Elvira Buonocore
mostra visitata giovedì 26 maggio
Dal 20 maggio al 3 luglio 2016
Grant Foster, Popular Insignia
Galleria Acappella
Via Cappella Vecchia, 8 – Napoli
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 17 alle 20; il sabato dalle 11.30 alle 13.30
Info: galleriacappella@gmail.com