Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
A vent’anni dalla morte, il Museo ARCOS di Benevento tributa la prematura scomparsa di uno dei maestri del territorio sannita, Massimo Rao (1950-1996). Visitando la mostra, a cura di Francesca Sacchi Tommasi e Ferdinando Creta, è difficile non notare l’abilità con cui Rao costruiva le scene, fondendo staticità e dinamicità, combinando una visione originale e contemporanea ispirata da uno stile classico e rinascimentale di matrice nordica e pre-raffaellita. Ne sono un esempio lavori come Miracoli e Misteri della Siria e Il Pianeta Privo di Corso, due olii con un piede nel passato – durante la sua attività, infatti, Rao ha fatto spesso ricorso all’uso di tecniche antiche per la preparazione dei colori e l’applicazione su tela – e uno sguardo al futuro.
Nei disegni, che sono la maggioranza dei lavori presenti, si evincono i gesti rapidi e sicuri negli sfumati delle matite e dei carboncini, nei quali i personaggi sono immersi in una dimensione onirico-surreale, in cui i soggetti vengono fuori in maniera essenziale eppure ricca di dettagli, lasciando trasparire la tensione e l’inquietudine dell’uomo e dell’artista.
La stessa attenzione al dettaglio emerge in due piccolissimi olii, come nell’opera in cui è raffigurata una donna avvolta in un fondale oscuro e nei panneggi del suo vestito, tutto in soli 9×11 centimetri. Rao è stato soprannominato “Il pittore della Luna”, poiché nelle sue opere ricorre frequentemente l’immagine del satellite, al punto da poter essere accostato a Giacomo Leopardi, col quale ha condiviso questo tema, espresso in diversi lavori sia in forma di corpo celeste che in volti antropomorfi, come nella grande tela posta a metà del percorso espositivo.
Non è stato semplice reperire le opere di Rao, poiché gran parte della produzione si trova oggi all’estero, vista la grande fortuna che Rao ha avuto soprattutto con i collezionisti d’oltralpe, tanto che, nella seconda metà degli anni ’70, si trasferì a Bolzano. Solo una piccola parte del lavoro è rimasta nella zona natia, grazie ad alcune collezioni private, soprattutto della zona del Telesino e, in particolare, a San Salvatore, dove esiste una piccola ma ben tenuta collezione, ospitata in una pinacoteca comunale intitolata proprio a Rao e aperta nel 2012.
Vincenzo D’Argenio
mostra visitata il 13 maggio
Dal 13 maggio al 3 luglio 2016
Massimo Rao
Arcos, Museo di Arte Contemporanea Sannio
Corso Garibaldi – 82100, Benevento.
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 20
Info: museoarcos@artsanniocampania.it