Le fotografie e la videoinstallazione presentate da Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini negli spazi napoletani di Lia Rumma analizzano tutta la complessità e l’incertezza che caratterizza una relazione affettiva. Happy together ha come protagoniste due identità tese tra conflitto e reciproca dipendenza, tra necessità di raccontarsi e impossibilità a farlo in modo completo.
Per quanto possa essere forte il desiderio di creare una convergenza totale nella condivisione di pensieri, emozioni e sentimenti, per quanto possa essere forte il tentativo di aprirsi all’altro, l’equilibrio che si cerca di costruire in un rapporto di coppia risulta sempre precario; il legame affettivo vive questa impossibilità di stasi, è continua ricerca di se stessi e di chi ci è accanto. Alle difficoltà nella costruzione di un’identità individuale si sommano quelle del rapporto con un’alterità.
Le fotografie colgono i due artisti in momenti intimi della loro vita affettiva, anche quando la vicinanza sembra forte e l’unione profonda, il congiungersi è ingannevole, il combaciare epidermico è un’illusione. In alcune foto proprio nel punto di contatto tra i due si scopre una frattura .
Il tentativo di una completa identificazione emozionale all’interno di un rapporto d’amore è una condizione irraggiungibile, per quanto si desideri un’unione, di fatto si resta entità distinte. Ci si scopre riflessi imperfetti l’uno dell’altro, ombre distorte in balia di crisi, sempre sul punto di scoprirsi estranei.
Questa impossibilità nel riuscire a far coincidere tempi ed umori ritorna nella videoinstallazione I’m too sad to tell you. Due proiezioni rappresentano Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini nell’atto di dondolarsi su di un’altalena.
Nelle videoproiezioni, poste emblematicamente l’una di fronte all’altra, i movimenti non si rispecchiano, ma avvengono secondo tempi diversi, come diversi sono i ritmi del dondolìo dei due artisti. Il loro moto ha una vocazione al congiungersi che si attua solo per brevi attimi, ciò che prevale è una condizione di instabilità e di asincronia. E’ il continuo alternarsi di momenti di intesa e di incomprensione in una tensione emotiva e psicologica come venata di malinconia. Il dialogo sussurrato tra i due artisti che accompagna le immagini delle videoproiezioni risponde alla stessa logica: a volte le voci sembrano rispondersi, altre volte si sovrappongono (come se ognuno in realtà stesse parlando da solo). Poi le stesse parole cedono il passo al silenzio e ai singhiozzi come liberazione da una tensione inesprimibile.
link correlati
Galleria Lia Rumma
articoli correlati
Trends:Milano
Ottonella Mocellin vince il P.S.1
francesca pagliuca
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…
Visualizza commenti
Sono sempre più convinto che la comunicazione sia autocomunicazione. In questa ottica la percezione delle cose che ognuno ha è differente da quella degli altri, e se ci si trova costretti a dover esprimere ciò che si sente, bisogna necessariamente far ricorso ad una lingua conosciuta da entrambe le parti. Qui sorge il problema: la cultura che sottende la parola usata è la stessa per entrambi? No, è impossibile. Allora si cerca di mediare, si affronta la comunicazione in modo da condividere i significati, che ahimè non sono mai univoci. Comunicazione come autocomunicazione, in fin dei conti si è sempre un poco soli nel dialogo. Questi video, a quanto ho capito, vogliono proprio affermare questa latitudine. Per la longitudine, ci si attrezzerà. nano nano.
nano nano
per la longitudine devi pagare.
happy mocellin
happy pellegrini
happy together
parole,parole e fumo negli occhi?
....niente fumo negli occhi.
bella mostra sul serio!