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Fino al 30.I.2015 | Seb Patane | Galleria Fonti, Napoli

di - 12 Dicembre 2014
È questione di un attimo. Sei seduto su una poltroncina vintage, impegnato nell’ascolto di parole che percepisci lontane, estranee. Pochi istanti dopo, le due registrazioni audio/video di “Abdomen” cominciano a scavarti dentro. Inconsapevolmente ti trovi immerso in un viaggio, nella parte più buia e nascosta del tuo inconscio.
Dodici lunghi minuti, lasciato solo con te stesso. L’ultima personale di Seb Patane (Catania 1970, vive a Londra), ha questo potere: farti sentire una morsa allo stomaco. L’ipocondria (dal Greco hupochondros, Addome), che si manifesta nella costante angoscia di ammalarsi, rende pienamente ciò che si avverte durante l’ascolto delle due opere.
Una sensazione d’inquietudine e ansia, che fuoriesce dal subconscio e lentamente ti pervade. Quello che senti e vedi, lungo le pareti della Galleria Fonti, non è altro che la proiezione della tua ombra. La musica, elemento caratterizzante delle performance dell’artista, utilizzata nella sua funzione ritmica e come riempitivo a sostegno degli altri elementi della “scenografia” espositiva, in questo caso diventa il legante tra i suoni e le parole. La prima registrazione Gustav Metzger as Erwin Piscator, Gera, January 1915 è un lavoro video/sonoro monocromatico in cui si mescolano realtà e finzione, storia, letteratura e biografia. La conoscenza dell’artista Gustav Metzger, nel corso di una residenza presso il Wysing Arts Centre, Bourn, Inghilterra, indusse Patane a chiedergli di essere registrato mentre leggeva un passo del libro The Political Theatre, scritto nel 1929 da Erwin Piscator, regista teatrale, che Patane stava leggendo. La sovrapposizione Piscator – Metzger, non è casuale, i due uomini, anche se vissuti in tempi e luoghi differenti, sono entrambi artisti tedeschi impegnati politicamente. Lo stesso Patane era stato incuriosito dalla figura di Piscator perché a lui è intitolato il teatro di Catania, sua città natale. Intrecci di vite suggeriti dal subconscio dell’artista, che in una fotografia si è “anti-ritratto” nei panni di Piscator, rifacendosi al brano letto da Metzger in cui il regista teatrale, in partenza per la Prima Guerra Mondiale, aveva indosso degli abiti inadeguati, simbolo forse del suo rifiuto per il combattimento. Questa prima registrazione, in cui non si avverte ancora una piena empatia con i suoni percepiti, rappresenta la parte iniziale di un percorso interiore e può essere definita “sospensione d’incredulità”.

Segue Abdomen, un’opera sonora più lunga, realizzata sempre in collaborazione con Giancarlo Trimarchi, introdotta dalla voce di Metzger e seguita da un audio collage in cui si miscelano musiche originali, registrazioni di suoni della natura provenienti dal Cambridgeshire e un passo del romanzo di satira di guerra The Good Soldier Sveik, scritto dallo scrittore Ceco Jaroslav Hasek (1923) e letto da Cécile B. Evans. altra compagna conosciuta in Inghilterra. La musica è opprimente, l’ansia divampa passando dall’addome al torace, il ritmo del respiro aumenta e segue l’incalzare dei suoni, che senti corrispondere al battito del cuore. Vorresti alzarti, ma a fermarti c’è una breve canzone, realizzata insieme al musicista Andrew Moss, che chiude l’opera.
Il brano fa riferimento agli attacchi di ipocondria vissuti dallo stesso Patane, ma anche alle lettere di Dante Gabriel Rossetti a Ford Madox Brown che raccontavano di una morente Lizzie Sidal. Seb Patane si serve dell’utilizzo psichedelico di inserti di musica contemporanea in modo da condurre chi ascolta a un’espansione della coscienza. Questo stato psichico consente di poter contenere dentro di se passato e presente, biografia e letteratura, ansia personale e universale. La giustapposizione di elementi appartenenti a coordinate spazio – temporali differenti, mediante l’azione unificatrice del subconscio, tipica della produzione dell’artista, avviene questa volta quasi esclusivamente a livello acustico. Il viaggio sonoro è alle ultime battute, il ritmo della musica diviene più lento, il respiro è calmo e torna la luce, come a indicare la fine di un percorso interiore e il ritorno verso una più rassicurante razionalità.
Arianna Piccolo
mostra visitata il 5 dicembre 2014
Dal 5 dicembre 2014 al 30 gennaio 2015
Seb Patane – Abdomen
Galleria Fonti
Via Chiaia 229, 80132 – Napoli
Orari: dal lunedì al venerdì ore 11 – 14 / 16 – 20 o su appuntamento
Ingresso: libero
Info: tel  +39 081411409; info@galleriafonti.it

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