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senza appeal, fuori dal contesto della city, fuori dallo star system, fuori dai meccanismi più o meno
uguali che abbracciano le regole e le metodologie dell’arte contemporanea, il
direttore del Cam, Antonio Manfredi, di tanto in tanto tira fuori dal cappello
una nuova idea, pur di puntellare il suo coerente progetto di museo
sperimentale.
Così, nonostante la magrezza
delle tasche non rinfoltite da alcuna copertura finanziaria centralizzata e lo
snobismo di tanti che continuano a mostrarsi poco teneri nei suoi confronti, il
discorso del museo alternativo si barcamena, dibattendo di orrori umani,
pedofilia, prostituzione, razzismo, dando voce a chi voce non ha, raccontando
congiunture e significati storici, affrontando argomenti scabrosi con un
linguaggio ancora incontaminato, reclutato direttamente nei laboratori di tutto
il mondo, senza intermediari e senza pressioni.
E con coraggio il programma va
avanti, assumendosi la responsabilità di documentare, rastrellando la memoria
di una terra complessa e selezionando la più grande raccolta di artisti locali
dal secondo dopoguerra a oggi, in un luogo deputato a ospitare realtà non in
linea sui binari dei circuiti internazionali.
Saluti da Napoli è l’ultimo evento con cui 60 artisti
napoletani, giovani e vecchi, in modo ironico e consapevole salutano l’Italia,
risistemati all’interno di uno spazio intitolato a Vitaliano Corbi, il critico
d’arte appena scomparso che si era battuto per un’idea libera e sperimentale di
museo, sottolineando i rischi di una cultura globalizzata, caratterizzata da
un’omologazione diffusa e dissimulata.
“È importante che i musei aprano le porte al presente, ospitando
collezioni d’arte contemporanea provenienti da altri musei, promuovendo
l’organizzazione di mostre e acquisendo nuove opere, anche attraverso il
meccanismo della donazione da parte degli artisti o dei mercanti interessati a
queste iniziative”. E le domande
nascono spontanee: “Ma come non rendersi
conto che nel caso dell’arte contemporanea – quando si interviene su fatti e
tendenze ancora in corso, su opere che non godono ancora dell’indiscusso
riconoscimento di appartenenza al patrimonio storico dell’arte, ma che spesso
sono al centro di grossi interessi commerciali e di spregiudicate manovre
speculative – è d’importanza decisiva che l’attività del museo, non limitandosi
al solo evento espositivo, sappia dispiegarsi attraverso un lavoro sistematico
di ricerca, di studio e di documentazione, con una capacità di dialogo e di
collaborazione con gli altri soggetti della cultura artistica?”.
Una dichiarazione che pare
delineare la struttura portante del Museo Cam, muovendo il direttore a
suggellare l’iniziativa con queste parole: “La
scomparsa di un amico e di un grande nome per la critica italiana lascia un
vuoto incolmabile. Mi è sembrato doveroso dedicare a Vitaliano Corbi la sala in
cui sono raccolte le opere degli artisti napoletani sulle cui evoluzioni e per
la cui valorizzazione si è impegnato a scrivere e a studiare. Sono certo che la
sua filosofia sia quella vincente; non a caso quei musei che sembrano dei Mc
Donald’s, privi di un’identità e di una caratterizzazione, un po’ tutti uguali,
che spesso evitano di confrontarsi con la storia locale e le problematiche
sociali, alla fine falliscono”.
ivana porcini
mostra visitata il 19 dicembre 2010
dal 19 dicembre 2010 al 30 marzo 2011
Saluti da Napoli
a cura di Antonio Manfredi
CAM – Casoria Contemporary Art Museum
Via Duca d’Aosta, 63a – 80026 Casoria (NA)
Orario: da martedì a giovedì e domenica ore 10-13; sabato ore 17-20
Ingresso: intero €3; ridotto € 2
Info: tel. +39
0817576167; mob. +39 3349399870; fax +39 0817576167; info@casoriacontemporaryartmuseum.com;
www.casoriacontemporaryartmuseum.com
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