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fino al 30.IV.2003 | Ann Lislegaard | Napoli, Galleria Raucci/Santamaria

di - 26 Marzo 2003

Il modo in cui una parola o un’immagine sono correlate al loro contenuto non è lo stesso: mentre è ovvio che un termine ha una relazione solo convenzionale con il vero oggetto (referente), il segno visivo sembra invece avere una somiglianza oggettiva. Ann Lislegaard indaga da sempre il rapporto che intercorre tra parola e immagine allo scopo di trovare una nuova connessione tra pensieri e oggetti o di creare un incessante gioco verbale in cui è l’immagine a generare la parola e viceversa. Questo “piazzamento” le dà modo di dimostrare che non c’è gerarchia tra significante e significato. Guardando uno dei suoi video proiettati in forma di trittico ci rendiamo conto che la voce fuori campo enuncia contenuti non corrispondenti all’immagine: la realtà è decostruita, frammentata e “fuori sincrono”. Il corpo è il veicolo di questa associazione che coinvolge i sensi e la percezione del tempo in cui è in gioco un corto circuito mentale tra memoria, presente e futuro. Se clonazione, manipolazione genetica, biotecnologie sono parole della cronaca che aiutano ad agganciare una realtà, dobbiamo constatare che è già in atto una grande metafora. La Lislegaard vuole dimostrarci che noi già viviamo una vita delegata ai mezzi di comunicazione. Kiss my eyes rinvia a un atto che può aver luogo solo ad occhi chiusi. Allude al fatto che la vita è sogno, sogno ad occhi aperti, nel senso che c’è rinuncia ad agire. Idiotizzazione sognata e controllo dei corpi: un avvenire già realizzato, una profezia tecnologica straverificata. In un light box la modella è scrutata a sua insaputa dalla telecamera. A disagio con se stessa e con lo spazio che la circonda è alla ricerca di una posizione, di un controllo del corpo e dei propri movimenti che ricerca impercettibilmente, guardando lo spettatore e coinvolgendolo nello stesso disagio. Siamo sempre più consapevoli della mancanza di privacy e cerchiamo di sfuggire, la realtà preme e frantuma le paratie dell’utopia negativa, di un sistema di controllo universale. Lislegaard pone in questo modo in primo piano non la funzione concettuale dell’arte, ma il suo potenziale di significazione, ossia il processo attraverso cui un oggetto può essere trasformato in segno.

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mostra visitata il 14 marzo


Ann Lislegaard
Galleria Raucci Santamaria
Piazza S. Maria La Nova, 19 Napoli (Centro storico)
Mostra visitabile dal mar. al ven. ore 16 – 19.30 Sab. 10 – 13
Per informazioni: tel. 0815521000


Visualizza commenti

  • Raucci/Santamaria più che una galleria sembra una portaerei temporaneamente parcheggiata a Napoli.
    Ci puoi vedere questo e poi quell'altro artista straniero, tutti rigororosamente già formati, autonomi e indipendenti.
    In città la galleria non ha mai messo radici, se non ricordo male hanno cominciato a lavorare agli inizi degli anni 90, siamo nel 2003 e non sono ancora riusciti a creare nulla che abbia un vero rapporto con la città in cui vivono e lavorano.
    Chiariamoci, non che una galleria sia obbligata a farlo, ma così facendo del loro lavoro nel futuro non resterà nulla.

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