Padula apre i cancelli della certosa di San Lorenzo per il triennale work in progress ideato e curato da Achille Bonito Oliva, inserito nel progetto degli “Annali delle Arti“, dedicato al tema dell’incertezza.
È il Precetto (dopo il Verbo, tema-guida del 2002 e prima della Vanitas, del 2004) “mente, principio e fine di ogni cosa, forza creatrice” ad affiancare la regola, “cardini ineluttabili per accedere a una visione del mondo spirituale e artistica” (A.B.O.). 35 gli artisti del 2003: Mario Airò, Maja Bajevic, Nanni Balestrini, Per Barclay, Massimo Bartolini, Betty Bee, Alfonso Benadduce, Francesca Cutolo e Benedetta Jacovoni, Carlo Benvenuto, Antonio Caggiano, Sandro Chia, Nicola De Maria, Jan Fabre, Gianandrea Gazzola, Pia Gazzola, Robert Gligorov, Mimmo Jodice, Mark Kostabi, Myriam La Plante, Amedeo
“Matrimoni morganatici” tra teatro, musica, danza, poesia, arti visive, tra mostri sacri e giovane arte. Le sagome di scarpe piantate in equilibrio sui muri perimetrali della cella 15 da Paladino e l’inquietante “Sarcofago Conditus ” del belga Fabre, il quadro specchiante di Pistoletto nella Cappella dei morti, i 6 mosaici di Chia nella cella 14 e il wall drawing di De Maria nella 21, convivono con i più giovani Airò (poetico, l’arcolbaleno proiettato nella cella 11) e Betty Bee (rosso-passione per un percorso accidentato e animato da rimandi erotici pompeiani nella cella 9). I preziosi “orci” bifronti in ceramica policroma di Ontani (cella 3), precedono l’installazione di Zevola (cella 5), un’ingegnosa rivisitazione dal gusto post-moderno di arredi medievali narranti le vite parallele di San Bruno e Giordano Bruno, regola ed eccezione. Nei Forni, la scioccante installazione-performance della capitolin-canadese Laplante -tema la vivisezione- falsamente edulcorata da enigmatici cioccolatini. Preghiera, spiritualità, vita
Su tutto, la carica istrionica e pungente di A.B.O.: “…il risveglio della regione genera mostre” e “non effimere…” (molte opere rimarranno in comodato) “…di quelle opere che si possono vedere dalla Biennale di Venezia in su…“. A conclusione, un lancio di messaggi, reliquie di tempo, affidati a piccioni viaggiatori da Pia Gazzola. E del senso del tempo la Certosa diviene luogo prediletto, in equilibrio tra memoria storica e contemporaneo. Carica di quiete, utile per pensare o non pensare, è un’opera nell’opera.
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Ma avete contato quante cose in Campania succedono per volere di Bonito Oliva? ...poi sempre con i soliti maledettissimi nomi, ma c'è una pietra nel mondo dell'arte che si sposti senza il suo volere? Pesce a Fore a parte, s'intende...
Io diffido, pur riconoscendo ad Achille Bonito Oliva una vasta competenza nel campo dell'arte ( è nativo di Caggiano in Provincia di Salerno, a pochi chilometri da Padula)di coloro che "creano" dei movimenti artistici. In questo modo i critici si sostituiscono agli artisti e non mi pare che sia un'operazione corretta.
Per Pesce a Fore:
ma non farci ridere, se A.B.O. volesse....altro che muoverti,gli faresti...di tutto!
I critici che facciano il loro mestiere, gli artisti gia ci sono, anche troppi. Viene prima l'uovo o la gallina? Viene prima il critico o l'artista?
Trovo difficile da digerire una persona che con i suoi problemi di vita tenta di voler fottere il mio lavoro, trovo quella persona senza rispetto, incapace di svolgere il suo lavoro. Se vuol cambiare mestiere, bene.
Accetto tutti i consigli che questo mondo non mi da, ma una cosa è certa, vado per la mia strada, dove solo io riesco a percorrere.
A presto,
Ma questo sei tu oppure si tratta di una volgare imitazione?
http://www.net-gallery.it/Ita/Pesce.html
Dio mio questi sedicenti artisti...Dio mio! Da cosa è dato il limite che può essere travalicato solo dal genio indiscusso? Come si riconosce il genio indiscusso? Chi era Carmelo Bene? Era solo uno che esponeva nudità, che sputava, che diceva parolacce, o, invece, era ben altro? Io direi a questi giovani sedicenti artisti: " Prima di esporre le vostre nudità, prima di sputare e dire parolacce, forse è meglio attendere il plauso e il riconoscimento del vostro valore artistico".
Ma veramente è sufficiente percorrere ottusamente un percorso senza tenere conto minimamente del giudizio di chi vi guarda?
L'artista non è nessuno senza un pubblico.
Questo è il vero gioco del teatro.
Cercate di evitare di costruirvi addosso personaggi strani.
Cercate di "essere" prima di tutto, e poi magari se siete bravi di giocare a fare gli strani.