Capita raramente di incontrare artisti di tale profondità, consapevolezza intellettuale e coerente consequenzialità operativa.
Nordine Sajot (Parigi, 1975) prosegue, riflettendo su coppia e matrimonio,
Cultura Fisica ed
Ex Voto, i tracciati percorsi negli ultimi anni, accrescendone gli esiti. “
Due filoni che camminano su binari distinti ma tenendosi per mano”, indagando l’universale senso antropologico di affettività e unità rivestito dal cibo.
Spirito bianco è simbolo dell’unione per eccellenza, le nozze, ma è anche un solvente per pittura. E proprio come se una passata di corrosivo li avesse cancellati da
Ritratto di Laura e Anna,
Ritratto di Marzia e Federico e
Ritratto di Antonio e Giorgio -della serie
Cultura fisica white spirit– così torta nuziale e champagne scompaiono dalle foto. Mimanti il linguaggio della pubblicità nell’impianto, gli scatti ne utilizzano l’enfasi per veicolare un messaggio non lucrativo ma emotivo. Eliminata la causa occasionale, il cibo e il prodotto, rimane la causa efficiente e finale: il gesto intrecciante i corpi, l’espressione indicante complicità, la consonanza di postura rivelante affiatamento. In una parola, l’amore.
Con una surreale e potente preterizione visiva, che fa pensare agli uomini in bombetta di
Magritte privati di volto ma riempiti di cielo, Sajot restituisce raddoppiata all’immagine la verità emotiva che la quotidianità dell’oggetto rischiava di sottrarre. Ma esso, se tolto dal contesto e assolutizzato come sineddoche, assume di nuovo senso, e anzi sacralità.
Gli
Ex voto white spirit, epidermici come contatto umano e religiosamente bianchi come le nozze, attestano, proprio come gli
ex voto popolari -con ulteriore rimando antropologico- la conseguenza tangibile di un processo spirituale, e come conviene a oggetti sacri sono esposti nella “cripta”, cioè al piano interrato della galleria. Solo che, al posto di un organo sano come risultato della preghiera, c’è una fetta di torta o un sorso di spumante come esito degli amorosi sospiri. Nessun intento dissacrante; al contrario, la sacralizzazione del quotidiano, svelandone il linguaggio recondito. Proprio come geroglifici appaiono infatti le sculture affiancate, in un’onda visiva evidenziata nel pannello che ne riproduce le maquette.
A riprova dell’organicità di una ricerca padroneggiante con media diversi un coerente contenuto, come
ex voto è esposto anche il supporto del video-morphing che fonde le sembianze delle coppie ritratte, rimarcando l’universalità dell’unione e dei suoi riti.
Invito a far tornare, indossandolo, l’oggetto al linguaggio del corpo sono invece i candidi bracciali-gadget e le t-shirt con frasi magrittiane: come il belga svelava il linguaggio della mimesi, così Sajot rivela i codici mediatici, della società e del corpo. Ben consapevole che, se una mela “non è una mela”, anche una torta nuziale non è solo cibo, ma molto di più.