04 aprile 2012

fino al 30.IV.2012 Carter Napoli, Galleria Annarumma

 
L’ "Io" kantiano si fa pittura, affidando a filamenti di caffè la rivelazione dei meandri della mente umana. Mentre, i simboli del nostro "Io" si tramutano in nuove identità -

di

«Il mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da sé stesso a sé stesso ritorna». Granelli di saggezza di macrobiana memoria si fanno portavoce dell’autentica poesia che Carter (1970; vive e lavora a New York), nella sua comprovata esperienza artistica, elabora in occasione della sua prima personale in Italia. Dopo le polaroid, i video e le plastiche realizzazioni anatomiche che hanno dato forma alle riflessioni dell’artista, il tema dell’identità torna ad invadere ogni cellula del suo “Io” in una visione non più socio-antropologica, bensì tutta introspettiva, dove la spasmodica ricerca di identità si offre questa volta come una sorta di ellenismo contemporaneo.
Nelle pieghe di un mondo dove tutto è ansia, Carter si concede il tempo di creare studiati collage di certosina bellezza in cui stoffa, pittura e caffè, danno vita a motivi floreali, a studiati ghirigori che non si limitano ad arricchire la composizione, ma ne costituiscono l’essenza stessa. Rosa, bianchi, oppure beige: fili di vita che tessono orpelli squisitamente contemporanei in cui, in una sospensione spazio-temporale, affiorano volti dalle mille sfumature entro i quali ognuno dei visitatori potrebbe riconoscersi. E poi, un lembo di colore blu: tanto basta all’artista per creare uno sguardo carico di significati che racchiudono, attimo per attimo, tutti i conflitti  della psiche umana.

Il volto come prisma, dunque, come maschera che l’uomo utilizza in un mondo fatto di stereotipi, dove la realtà delle cose esiste solo nella misura in cui siamo noi a dettarne l’esistenza. Ecco spiegato il significato dei ritagli di stoffa, cuciti con zelo sulle tele abitate ad improvvisarsi film protettivi quali filtri imprescindibili tra la realtà esterna e il nostro “Io”; essi non si schiudono casualmente, ma studiano con sapienza quali parti dell’animo mostrare, concedendo allo spettatore di intravvedere la vera identità dell’opera. È quasi d’obbligo, allora, il richiamo all’estro ellenico delle arcaiche rappresentazioni di “Giano bifronte”: alfa e omega di sé stesso, e simbolo per antonomasia dell’abilità di scrutare passato e futuro, capace perciò di vestire i panni di un individuo diverso tante volte quante sono le circostanze della vita.
Le dieci tele di Carter mostrano in modo enigmatico, e al contempo semplice, la crisi di identità con la quale la società contemporanea si scopre a fare i conti, esibendo un non-finito tutt’altro che michelangiolesco, che si propone come archetipo di una realtà antropica in continuo divenire.

francesca de ruvo
mostra visitata il 24 marzo 2012

dal 9 marzo al 30 aprile 2012
Carter – Janus Travestito
Galleria Annarumma
Via Carlo Poerio 98 (80121) Napoli
Orario: da martedì a venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19,30 Sabato su appuntamento
Info: +39 0810322317 –
info@annarumma.netwww.annarumma.net 

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