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Affermare che non sia più possibile recensire una mostra di Niele Toroni (Locarno-Muralto 1937, Parigi) è innanzitutto una questione di onestà intellettuale. Non c’è più nulla da dire rispetto a quanto non si sia già scritto e ripetuto dal 1967, anno di fondazione del gruppo BMPT. Ripetizione, ripetitivo, ripetuto. Il verbo ripetere, nella sua neutra oggettività e assenza di giudizio, coniugato in tutte le sue flessioni, ma soprattutto al futuro perché la certezza è che i travaux dell’artista si ripeteranno, sempre uguali e diversi, ma concettualmente identici, all’infinito. E allora perché non ripetere anche lo stesso testo critico? Il contenuto è identico, ma a cambiare sono il supporto, il formato, il carattere, il colore, lo spazio, i tempi di stesura.
Quindi, anche relativamente alla quinta personale dell’artista, presso la galleria Alfonso Artiaco, andrà ribadito quanto fatto per le quattro precedenti e in generale per tutte le altre. Nemmeno l’intervento celebrativo del suo settantottesimo compleanno, ‹‹78 impronte di pennello n°50 a intervalli di 30 cm per festeggiare i miei 78 anni senza intervalli››, ha reso, infatti, la sua opera propriamente site specific. ‹‹Da più di 40 anni Niele Toroni lavora con uno schema fisso: impronte realizzate con un pennello n°50 a intervalli di 30 cm. Ogni lavoro, che l’artista preferisce chiamare ‘Travail/Peinture’, è eseguito con questa procedura su disparate superfici: tele, carta, muri, soffitti, pavimenti… La regolarità del suo ‘metodo’ è data dalla continuità spaziale della distanza dei 30 centimetri e dal ritardo temporale del gesto dell’artista definendo così un ritmo formale.
Gli interventi pittorici di Toroni, ieri come oggi, escludono ogni pregiudizio o continuità storica, consistono esclusivamente nel mostrare ciò che la pittura è nella sua trama primordiale: dipingere significa da sempre applicare un pigmento, su un supporto generalmente per mezzo di un pennello. Il tempo e lo spazio sono attraversati dall’impronta dell’artista che li caratterizza e li differenzia. Per questo Niele Toroni, ancora oggi, definisce la sua libertà artistica nella coerenza del suo approccio››, si legge nel comunicato stampa. E all’interno dello stesso scritto, come in tutti gli altri e sempre, la sua opera si accompagna all’immancabile critica di Harald Szeemann ‹‹A rose is a rose is a rose…Chi non conosce la poesia di Gertrude Stein in cui, attraverso la ripetizione, l’immagine della rosa, dapprima evocata dalla parola, è poi trasposta in un’immagine puramente verbale e diviene poesia profumata. Toroni ripete la sua impronta di pennello nel tempo e nello spazio dal 1967. E mai è la stessa cosa, perché lo stesso è lo stesso è lo stesso è irriducibilmente dissociato dall’essere identico››.
Colpisce, a un’osservazione ravvicinata, l’effettiva unicità di ogni impronta che, a dispetto di una ricerca improntata al rifiuto della componente emotiva, sorprende. Anche l’uso del colore combinato con la luce emoziona. Ma il punto della questione è un altro.
Una volta che davvero si è sviscerato, in tutti i modi possibili, l’approccio seriale di Toroni la sua infinita e organica “diversa ripetizione” si riduce a un concetto, a un’idea, a un processo sempre identico nelle sue intenzioni e finalità, che descritto una volta può valere all’infinito.
Sarebbe dunque sensato, per le sue opere, poter ricopiare a mano sempre lo stesso elaborato critico, che varierebbe, quindi, a seconda della pressione, del ritmo, dallo spessore e di tutte le altre variabili che rendono l’ortografia di ciascuno sempre uguale e diversa. Lontano da una visione semantica della parola, dal concetto, ci si concentrerebbe solo sulla materialità organica del segno grafico. Bisognerebbe ripetersi che la scrittura altro non è se non il ricoprire di pigmento una superficie. Anche in questo caso, il concetto prenderebbe presto il sopravvento sulla concretezza mutevole del singolo agire.
Recensire Niele Toroni secondo questa linea, potrebbe essere quanto di più coerente e fedele al lavoro del maestro.
Arianna Piccolo
mostra visitata il 20 marzo 2015
Dal 14 marzo 2015 al 30 aprile 2015
Niele Toroni
Galleria Alfonso Artiaco
Piazzetta Nilo, 7 – 80134 Napoli
Orario: lunedì – sabato 10.00/20.00
Info: 39 081 4976072; info@alfonsoartiaco.com