La casa si trasforma. Da articolo di serie e campionario del buon gusto, a vetrina dell’anima e giardino di delizie; dove gli spazi non sono aree attrezzate per ogni evenienza, ma luoghi “pensati” su misura dall’artista e sognati ad hoc dal suo committente. Dove le pareti sono sipari invisibili che la mente abita comodamente, e le barriere architettoniche sono come muri di gomma. Dove persino le luci si volatilizzano, come note contro un muro del suono.
La vocazione della galleria si esprime bene in questa collettiva, che funge da dichiarazione di principio ma anche da bilancio consuntivo. Una mostra di NOT-products ad uso domestico è l’occasione ideale per dare visibilità al Laboratorio per la diffusione materiale della ricerca artistica ideato da NOT Gallery in collaborazione con NONARTEstudio di Marco Adinolfi e Francesco Basile. Sono opere che mettono in discussione la propria “utilità” e “originalità”, in riferimento ad un contesto di abitudini che, ormai tradizionalmente, disconosce all’utilità un carattere di originalità, o perlomeno confonde originalità ed etichetta. Si tratta di progetti modulari per tappeti, mattonelle e scatole di cartone, realizzabili a partire da un medesimo prototipo ideale. Quasi una cellula embrionale riferibile all’idea unica e irripetibile dell’artista. La ricorsività dei prototipi, ispirati al leitmotiv della foglia, e il processo della loro riproduzione materiale, da un lato garantiscono l’autenticità di quella derivazione, dall’altro conservano unicità alla variante “fuori catalogo” del committente.
Dopo le personali dei mesi scorsi, Andrea Aquilanti, gli Atrium-project e Federico Solmi tornano alla Not Gallery ed espongono opere che rifuggono dalla taglia di esemplarità che pesa sui maniaci del capolavoro.
Andrea Aquilanti ha dipinto un paesaggio a tutto tondo lungo una greca che lo sguardo abbraccia da un’ideale posizione centrale. E’ una traccia della Roma che orbita intorno all’isola Tiberina, riproducibile su misura in versione digitale, purché la sua lunghezza non ne risulti interrotta (come negli spazi della mostra). Atrium-project e Federico Solmi hanno realizzato due prototipi di wall-paper, parati d’autore che respingono la compassata profondità del quadro, e si adattano con economia di mezzi a tutte le pareti, preferendo la stampa laser a quella fotografica.
Fiore all’occhiello del Biennio Specialistico dell’Accademia di Napoli sono le opere degli allievi del prof. Squillante, da un’idea didattica di NOT Gallery. Si tratta di progetti al limite tra virtualità e realtà, che aggiungono risonanza atmosferica al claustrofobico incedere degli interni domestici. Barbara La Ragione ritaglia fessure oculari sulle superfici specchianti di armadi e tramezzi, e nella maschera che si nasconde sul fondo di quello sguardo interiore rivede, non vista, la vera immagine di sé, celata a se stessa prima che agli altri. MaraM disegna traiettorie fluorescenti per movimentare nel buio le direttrici statiche dei corridoi, e convogliarle verso il Paese delle Meraviglie; Domenico di Martino ripensa la luce come presenza, che diffusori audio-video intercettano sotto forma di relazioni viventi. Ivan Piano crea affreschi digitali da pellicole bruciate, pareti stranianti dove residui d’immagine tracciano orme della mente; Pakiscò, infine, campiona una pioggia virtuale replicandone la corsa sui vetri di una finestra, un lavoro concettuale ai limiti del pensabile.
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brava! è il tuo primo articolo che leggo... to be continued?
La recensione è ben scritta, puntuale e precisa...brava carmen!
pesceafore, hai notato che sei talmente inutile che alla fine su queste pagine ci finisci solo attraverso i commenti?
se la not gallery, che tu posizioni ad un livello escrementizio del proporre arte, ha avuto più di un articolo, tu, che di articoli non ne hai avuto mai, a che livello dovresti essere posto?
escrementizia..., un mondo di minchiate mascherate da idee artistiche...