In Opera è un progetto complesso che è iniziato nel 1997 con l’intento di promuovere la conoscenza dell’arte contemporanea nelle scuole e ha coinvolto bambini, artisti e docenti nei meccanismi della produzione di un’opera d’arte. Melita Rotondo ce ne parla come di una fabbrica di sogni, inventati in una dimensione di coinvolgimento totale perché niente è stabilito a priori e il lavoro non è semplicemente la realizzazione pratica di una idea prestabilita. I ragazzi qui non sono “mano d’opera” per l’arte, ma mente e sogni. Così i lavori si scoprono capaci di accogliere gli stimoli e di darne altrettanti e ci stupisce lo sguardo che silenzioso segue Melita mentre si muove. I ragazzi la guardano complici di un sogno che solo loro conoscono.
Eppure ci si trova un po’ in difficoltà a parlare di questo progetto. Perché? Forse ci si sente un po’ inutili, non ci sono le solite elucubrazioni mentali da fare, niente su cui arrovellarsi di parole. Il senso è tutto lì ed impone agli stessi addetti ai lavori una riflessione. Quando l’arte esce dai contesti tradizionali delle riviste specializzate, delle gallerie e dei musei ed incontra la vita, ha ancora bisogno di quei mediatori culturali che sembrano così indispensabili?
Curatori, giornalisti, critici e scopritori di tesori. Se si guarda con attenzione, l’arte contemporanea è sempre più circondata da specialisti: nella comunicazione di un evento, nell’educazione e nella trasmissione di significati. Così si finisce per occuparsi degli artisti come di una razza protetta, sempre attenti a dire di più, ad ampliare o approfondire il senso. E l’arte, che è il luogo per antonomasia del caos generatore e dei contrasti, diventa invece un bozzolo protetto, un’isola felice.
Melita ha scelto di remare contro questo sistema scavalcando le sovrastrutture e con lei gli artisti che hanno accettato e condiviso la sfida: Gerardo Di Fiore, Nino Longobardi, Raffaella Nappo, Mario Franco, Domenico Spinosa, Oreste Zevola, Rosaria Iazzetta, Adriana De Manes, Roberto Di Bello, Angelo Musco, Lucia Catalano, Rosaria Matarese e Umberto Manzo.
Ma se per gli artisti è un mestiere saltare nel vuoto, il vero coraggio l’hanno avuto gli insegnanti, la gente comune, i genitori. E lontano, oltre questi cinque anni, ha saputo guardare anche Renata Tortora Greco, dirigente scolastica del 33° Circolo Didattico di Napoli, che ha permesso la realizzazione del 1° Laboratorio permanente di arte contemporanea per bambine e bambini: “il primo passo – sostiene Melita Rotondo – per un nuovo concetto di Museo, aperto al ritmo vitale della città e del territorio, in cui gli stessi bambini si facciano interpreti e custodi di un’opera d’arte ”.
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Caro Nino Longobardi, la solidarietà prima di tutto ! ma per collaborazioni di altra natura..........vedi bene con chi "vai a lavorare" ....ricorda che hai un NOME e una Reputazione da Difendere.