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fino al 30.VI.2006 | Raffaello per antologia. Una mostra impossibile | Napoli, Palazzo Reale

di - 16 Giugno 2006

Impossibile, ma vera. Dopo il Caravaggio virtuale, la cui lunga (e tuttora in corso) tournée ha stracciato, secondo le stime ufficiali, il record delle 400mila presenze, tocca a Raffaello Sanzio arricchire con un altro aggettivo la parafrasi dell’ormai usurata riflessione di Walter Benjamin sull’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità. La variante, in questo caso, è “digitale”, ma la sostanza non cambia: anche stavolta basta poco per ritrovarsi a tu per tu con l’opera (quasi) omnia di un eccelso maestro, tramite le foto dei suoi capolavori squadernate grazie alle più moderne tecnologie. Così, laddove nella protostoria cartacea ci si doveva mestamente accontentare di sfogliare cataloghi di quasi mai soddisfacente qualità, oggi i dipinti rivivono in scala 1:1, mandati in replica da apparecchiature all’avanguardia su eleganti lightbox. Qualche retrivo purista, forse, storcerà il naso, ma volete mettere la soddisfazione di vedere cheeck to cheek in simultanea la bella Fornarina e i coniugi Doni, la Trasfigurazione e la Velata?
Del resto, il futuro è questo, e se lo dice pure un premio Nobel c’è da crederci. Tra i padrini della rassegna spicca infatti Dario Fo, il quale, accorso al taglio del nastro a Palazzo Reale, sotto un diluvio di flash ha annunciato l’intenzione di bissare l’operazione già intentata col Merisi, traendo da questo itinerario virtuale una lectio magistralis, da impartire su un palcoscenico per ora ignoto e dalla quale, non è azzardato supporlo, emanerà l’apposito merchandising.
In ogni caso, ciò che conta è il presente. E il presente sono le 36 copie hi-fi dell’Urbinate, che –secondo il curatore scientifico Ferdinando Bologna– quasi quasi sono perfino meglio degli originali, giacché agevolavano una “migliore leggibilità, sottratti alle contingenze di luce inadeguata o comunque di mediocre esposizione in cui troppo spesso sono costretti, ad onta della vantata e certo indiscutibile insostituibilità, a stentare la fruibilità nelle sedi consuete”. Insomma, se avete già prenotato per la mostra di Villa Borghese, o siete intenzionati a sobbarcarvi code chilometriche a Pitti o agli Uffizi, non vi affannate. In fondo, se si accetta il mitico assioma platonico dell’arte imitazione dell’imitazione, che male c’è nel voler moltiplicare ad libitum la fissione delle fotocopie? Tanto più se lo scopo è nobile come l’erudizione delle masse, perno di una perseguita(ta) democrazia dell’arte. Insomma, non tutti hanno la possibilità di andare a zonzo per musei, ergo, piuttosto che organizzare autentiche grandi mostre o ritoccare i prezzi dei biglietti, meglio che il popolo ristori la propria sete di sapere con questo ed altri consimili pacchetti all inclusive. E allora va bene se, nei passaggi tra scatto, scansione, digitalizzazione e “ritocco” qualcosa si perde, va bene intruppare diligentemente i fac-simile secondo criteri tematici piuttosto che cronologici, a metà tra il compitino scolastico e il confronto all’amatriciana -i ritratti coi ritratti, le Madonne con le Madonne, i cardinali coi cardinali–, vanno bene le citazioni sull’ininterrotta fortuna del protagonista, ma… sulle didascalie, forse, non sarebbe stato meglio scrivere anche le date?

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La mostra di Raffaello a Roma

anita pepe
mostra visitata il 31 maggio 2006


fino al 30.VI.2006
Raffaello per antologia. Una mostra impossibile. Napoli, Palazzo Reale, Sala Dorica, piazza del Plebiscito 1 – 9–19; chiusa il mercoledì (possono variare, verificare sempre via telefono) – ingresso libero
www.raffaello.rai.it; www.culturacampania.it


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  • Mi piace molto come scrive Anita, ma questa volta non posso proprio condividere il suo giudizio: non so chi possa dire che sia meglio dell'originale!.. giudizio inadeguatamente incensante e fuor di luogo per una mostra men che mediocre...io l'ho vista senza alcun pregiudizio e posso assicurare che non ne vale la pena!

  • Caludio, c'è tanto di virgolettato: è evidente che il giudizio incensante è di qualcun altro, molto, molto più coinvolto

  • "quer birbante de mi' nipote dice sempre che senza foto e cataloghi l'arte nun se... riproduce!
    che lo possino!"

  • Come diceva Gino De Dominicis, grande artista purtroppo scomparso, che si è sempre rifiutato di far fotografare le sue opere (e credo che anche l'urbinate avrebbe fatto lo stesso se si fosse posto il problema)" è meglio comprarsi il biglietto del treno, anzichè il catalogo e andare a vedere le opere di persona... oppure non vederle affatto!

  • Credo che l'articolo utilizzi l'ironia per criticare un'operazione realizzata anche in precedenza per il Caravaggio.
    La domanda che dobbiamo porci è :il digitale nella fruizione sostituisce la godibilità dell'originale? La risposta e no!Niente può sostituie l'opera dell'artista.Ma possiamo utilizzare la tecnologia del digitale per aiutarci nel far godere al meglio le opere e la poetica di Raffaello,affiancandola agli originali . Come è stato fatto in altre esposizioni.
    IL digitale può servirci per conoscere meglio l'artista ,ad esempio con la proezione di altre opere che illustrano al meglio il percorso poetico dell'urbinate.Oppure l'ingrandimento di dettagli dove lo spettatore/fruitore viene a conoscenza di aspetti tecnici messi in campo dall'artista. Oppure ricreare gli ambienti in cui operava.

  • ciao anita,
    intanto complimenti per l'articolo, sempre accattivante ed esaustivo.
    personalmente ritrovo le mie idee nelle parole di antonio, credo che la digitalizzazione debba essere usata solo per uso didascalico o addirittura didattico, ed intervenire per coadiuvare l'osservatore nella lettura dell'opera originale. come si può considerare esposizione artistica una carrellata di schermi hi-tech, come si può nn sentire il bisogno di osservare la grumosità delle pennallate, la matericità del dipinto. io amo il lato tridimensionale di ogni opera, non solo la figura, l'immagine o il messaggio che contiene. quindi, sinceramente, l'idea di vedere tutti i dipinti insieme nn è che mi esalti più di tanto, equivale, x me, quasi allo sfogliare un'ottima monografia. spero che questa volta dario fo si sbagli...

  • Cosa ne pensate della colorazione dei film muti,vedi quelli comici di Oliver Hardy e Stan Laurel !Solo un'operazione di Marketing oppure una riscrittura per renderli meno "antichi"?Le ricostruzioni con programmi grafici 3D per l'archeologia televisiva è una pura follia non purista?Tutta la cartografia in assonometria di Napoli è una non reltà?Dove non si sente il calore estivo e il rumore del traffico?

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