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Fino al 30.VII.2014 | Lucia Romualdi / Francesco De Gregori | Studio Trisorio, Napoli

di - 28 Luglio 2014
Guardando un planisfero, la cosa che stupisce di più, oltre alla presa di coscienza della propria posizione, è il colore. Dall’inquietante blu notte degli 11.000 metri della fossa delle Marianne, la depressione oceanica più profonda del mondo, fino al tranquillizzante ciano del Mediterraneo, culla delle culture di tre continenti, si alternano varie tonalità ma l’acqua è la sostanza dominante, sotto forma di laghi, oceani e ghiacciai.

Fattore di primaria importanza strategica e commerciale, sede di mostri mitologici e civiltà fantastiche, tra gli ecosistemi più alterati dalla presenza antropica, il mare dista appena un centinaio di metri dallo Studio Trisorio, in via Riviera di Chiaia, ma è difficile vederlo, nascosto dai cantieri della Villa Comunale e dalle architetture ottocentesche della Stazione Zoologica Anton Dohrn. Ancora una volta, però, la vista inganna e si deve ricorrere ad altri mezzi, perché “Soundings”, mostra di Lucia Romualdi e Francesco De Gregori, porta, nelle due stanze della galleria, un mare ideale, fatto di campiture oscure solcate da improvvise geometrie luminose, dove latitudini misteriose indicano porti sconosciuti, tra le note di un pianoforte e la voce inconfondibile del cantautore romano.
‹‹Da anni, Lucia Romualdi compie studi approfonditi sulle maree››, ci ha detto Helga Sanità, dello Studio Trisorio, galleria con la quale l’artista collabora dal 1977. “Soundings”, più che proporre una rappresentazione simbolica del mare, ha i caratteri della misurazione scientifica. Del resto, sounding, in inglese, indica l’operazione di scandagliamento della profondità.
Nelle sale, allora, si alternano le proiezioni di latitudini e longitudini, coordinate che hanno la paradossale attitudine a esprimersi in un linguaggio che racconta non rivelando. Cape Horne, Orange Bay, Bahia Buen Suceso, Bukhta Nagayeva, come visioni di porti smaterializzati nella densa foschia, sono nomi che rimangono sospesi sulle pareti per qualche istante, seguiti da quei numeri che dovrebbero richiamare direttamente la realtà geografica e, invece, mostrano il carattere provvisorio degli elementi arbitrari della conoscenza. La distanza che separa soggetto e oggetto condiziona, irrimediabilmente, la rappresentazione mentale, per cui, anche i luoghi reali, abitati da uomini e portatori di storie e culture, diventano lettere impresse su un mappamondo, rappresentazione illusionistica per eccellenza, oppure, cifre proiettate sui muri di una galleria.
Il mare, allora, è un pretesto per iniziare il gioco di nascondere le cose, come fece Omero con Ulisse. La ninfa Calipso, figlia di Atlante e nipote di Oceano, è colei che imprigiona l’eroe nella sua grotta, impedendogli di riprendere il viaggio verso Itaca. Nomen omen, visto che kalyptein, in greco classico, significa sottrarre alla vista. L’eroe eponimo è richiamato indirettamente in Calypso, l’album del 2006 di De Gregori, dal quale è tratta Cardiologia, canzone che è più che sfondo della mostra e, in un coerente gioco di sottrazione, si destruttura fino al suono del solo pianoforte. La musica imprime il suo ritmo alla visione, accostandosi non solo all’alternanza dei porti e delle coordinate ma anche al ticchettio dei proiettori che, al centro dell’ambiente, sono l’unica parte concreta del percorso espositivo.
Tra note musicali e proiezioni luminose, infatti, lo spazio della mostra è tutto compreso in intervalli immateriali. Superata la simbologia del sublime naturale, il mare diventa emblema concettuale, forma liquida del pensiero.
mario francesco simeone
mostra visitata il 2 luglio 2014
Dal 29 maggio al 30 luglio 2014
Lucia Romualdi / Francesco De Gregori, Soundings.
Studio Trisorio
Riviera di Chiaia 215, Napoli.
Orari: lun-ven 11.00 -13.00 / 17.00 – 19.00 – sab 11.00 -13.00 e su appuntamento
Info: +39.081.414306 / info@studiotrisorio.com

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