Per l’occasione è stata inaugurata nel Palazzo Comando la mostra antologica Spazi del mio gesto, Opere 1979-2009 dell’artista contemporaneo Angelo Casciello (Scafati, 1957): un viaggio attraverso i segni e i luoghi che hanno caratterizzato il suo personale percorso creativo. Un’attività che inizia con Lucio Amelio dal quale espone nel 1979, fino alle opere realizzate nel 2009 per la stazione della metro’ di Mugnano. Nelle venti sale poste al primo piano e nel cortile del complesso del Real Polverificio i curatori Giuseppe Zampino e Massimo Bignardi hanno progettato un percorso espositivo che attraverso circa centodieci opere tra sculture, dipinti, disegni, grafiche e maquettes, raccontano la straordinaria avventura di un artista salernitano ancora non troppo conosciuto nonostante sia tra i principali interpreti della scultura italiana contemporanea di oggi.
La presente mostra è accompagnata anche da una sezione fotografica documentativa dal titolo: Il fotografo complice – Angelo Casciello e le sue opere viste con gli occhi di Enrico Grieco.
Il percorso espositivo di Angelo Casciello testimonia la qualità di questo particolare artista votato, da sempre, alla sperimentazione, con le piccole sculture di cartone e le opere di grande dimensione a confronto con i dipinti, i disegni e gli interventi pittorici realizzati in relazione all’architettura e l’ambiente sociale. Fin dai primi anni di formazione vi è stato un attento confronto con il reale per poi procedere verso una definizione più personale delle problematiche che lo interessavano. E’ verso il 1977-78 con il ciclo di Terre che l’artista fa intuire già il campo d’indagine e la portata del futuro lavoro. Proprio nella personale del 1979 da Lucio Amelio a Napoli prova a relazionarsi con lo spazio reale, con l’ambiente, proponendo i suoi Equilibri, (sculture fatte di pali di legno e di fili tesi) che si posizionavano all’interno dello spazio come chiaro riferimento al mondo contadino e rurale. Negli anni Ottanta, al dilagare della Transavanguardia, Casciello oppose un linguaggio “minimale” ridotto all’essenza. A partire dagli anni Novanta in poi incomincia a relazionarsi in modo più costante con l’architettura e con l’ambiente reale, come ha fatto compiutamente nell’ex Abbazia di Santa Maria di Realvalle a Scafati, disegnando sulle pareti il ciclo delle Stanze sognate, con un segno netto, deciso, che nasce dalla mente e si fa presenza tangibile. Il punto di svolta avviene però dall’uso di nuovi materiali come il ferro in fili e lamine che consente di trascrivere e costruire meglio i propri pensieri nello spazio del reale. Una sorta di scrittura plastica nello spazio dell’architettura fino ad approdare alle grandi dimensioni dell’opera. Il suo lavoro si è posto sempre come necessità di dialogo con l’ambiente sociale per farsi riflessione, linguaggio costruttivo.
Da sempre, il disegno di Casciello è stato interessato a trascrivere e a definire le forme degli oggetti del mondo rurale, proponendo i motivi vegetali, i rami, le radici che si articolano nello spazio fisico per condensarsi al di là della natura. Un “segno presenza” che vuole interagire con lo spazio del reale e con l’architettura della vita. Il disegno in tutti questi anni è stato il vero e l’unico compagno di strada; divenendo prima progetto, poi pittura e definizione ambientale. “Segno primario” capace di varcare la superficie metaforica del foglio e accamparsi dentro lo spazio del reale come di-segno e gesto della vita. Nonostante sia un elemento essenziale, i suoi transiti veloci sono capaci di improvvisi e autentici momenti lirici. Segni, tracce, impronte, oggetti, ombre, suoni, sono figure latenti e provvisorie che popolano l’immaginario arcaico dell’artista campano.
Un universo immaginativo che si dilata a dismisura per divenire pensiero praticabile, presenza poetica del proprio tempo, del proprio esistere. Dal Duemila in poi la pittura e il disegno abbandona la superficie bidimensionale del foglio per approdare ad una forma architettonica più compiuta, propriamente plastica e volumetrica. Uno spazio reale e nel contempo lirico in cui collocare i segni e i flussi dell’esistenza. Con le opere ambientali e architettoniche dell’ultimo periodo, l’artista è tornato a misurarsi compiutamente con l’ambiente sociale, invadendo lo spazio del reale, costruendo un effettivo e profondo rapporto dialettico con esso.
Insomma, segni che non trascrivono soltanto ma che dialogano con l’ambiente sociale circostante come è successo con l’ultima realizzazione di sculture-architetture ideate per la Stazione di Mugnano della Metropolitana Napoli Nord-Est. La stessa necessità che caratterizzava Le stanze sognate come per le pitture realizzate nella Reggia di Caserta nel 2007 e più recentemente, nel 1990, quelle eseguite sulle pareti dell’ Abbazia Cistercense di Santa Maria di Realvalle. La stazione di Mugnano, ultima realizzazione in ordine di tempo, è l’opera che dimostra la forza di una matura proposta creativa nel convinto e cosciente rapportarsi ai grandi spazi. L’artista Casciello è come un vecchio “stregone” di un tempo che traccia segni misteriosi nello spazio cercando – come dice l’artista – “di mettere in risalto l’ambiguità che è comune tra le cose concrete e le idee”. I suoi lavori evocano immagini di sottile e struggente emozione e condividono perdutamente il silenzio e il fascino delle forme arcaiche della sua amata Magna Grecia. Le sue sono semplici apparizioni che nascono dalla mitologia arcaica e si collocano provvisoriamente ad un limite, sulla soglia incantata dell’immaginazione. Insomma, Casciello è il creatore di presenze e di presagi che affiorano dalla oscura memoria. “Solo nel silenzio le anime volano e si ha veramente coscienza del tempo.” Ma il tempo cos’è? Kengiro Azuma qualche anno fa diceva: “La vita è breve, ma cento anni sono tanti, per arrivare a cento anni basta chiudere gli occhi, il tempo passa veloce”. Sono quindi espressioni di un attimo, momenti provvisori, battiti d’ali, tracce di sospiri che l’occhio inesorabile registra. Casciello è il cantore dei presagi non svelati; mistero del sogno, dei suoni, del silenzio contenuto per tracce evanescenti che nascono dalle emozioni rapprese e diventano sottili presenze di un’armonia oscura ma felicemente svelata.
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mostra visitata il 24 maggio 2011
dal 17 novembre 2010 al 30 ottobre 2011
Angelo Casciello – Spazi del mio gesto. Opere 1979-2009
a cura di Giuseppe Zampino e Massimo Bignardi
EX REAL POLVERIFICIO BORBONICO
Via Pasquale Vitiello (84018) – Scafati (SA)
orario: Martedì, ore 9.30-12.30 / 15.30-18.30 Mercoledì, Giovedì e Venerdì, ore 9.30-12.30
(possono variare, verificare sempre via telefono)
Catalogo Ed. PAPARO
telefono evento: +39 0818571120
email: camillalagna@virgilio.it
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