Le opere in esposizione, circa novanta, tracciano cinquant’anni di ricerca di Renato Barisani che con onestà intellettuale, con autonomia e ricchezza di esiti, ripercorre la stagioni dell’arte dai primi anni ’50 ad oggi e pone, a livelli diversi e sempre più raffinati, l’esigenza di interrogare i modi di costruzione dei linguaggi da lui praticati: pittura, scultura, architettura, ceramica e mosaico.
Un’interrogazione scandita da pause e da riprese, da fratture e ricominciamenti, da silenzi e da ricongiungimenti, sempre con l’intenzione di analizzare le strutture dei linguaggi che di volta in volta, adotta, ma anche con la consapevolezza che il semiotico non esaurisce la partita dell’arte.
L’arte, che è messa in opera del linguaggio, rinvia a un’alterità silenziosa che l’attraversa. In questa traversata l’artista, più di recente, ci ha consegnato un ossimoro, che non suggerisce tanto una relazione impossibile tra queste nozioni, parole, termini,quanto la tensione che apre l’opera, in quanto riduzione all’essenzialità dei suoi rapporti interni, a un’alterità che, nascostamente, agisce nella sua trame.
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(dal comunicato stampa)
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