Categorie: napoli

fino al 30.XI.2005 | Marcus Harvey | Napoli, Mimmo Scognamiglio

di - 11 Ottobre 2005

Il vizio voyeuristico percorre con continuità il territorio della creazione artistica contemporanea, quasi un topos dello stile di vita metropolitano. Pareti sempre più sottili lasciano filtrare rumori, voci, odori. Le finestre del vicino sempre più prossime stuzzicano la tentazione di curiosare, spostando con l’occhio il lembo della tendina. Semplici curiosi o perversi guardoni? Alla metà degli anni ’60 Duchamp ultimava Etant donnès un’opera singolare e inquietante, un dispositivo per sbirciare immagini, una vecchia porta in legno che nascondeva il corpo di una donna nuda abbandonato tra la vegetazione. All’ultima Biennale di Venezia, Leandro Erlich presenta una video installazione in cui lo spettatore si trova a osservare da dietro la veneziana di una finestra ciò che accade nel palazzo di fronte. Vita di tutti i giorni.
Nelle opere più recenti Marcus Harvey (Leeds, 1963) trae ispirazione da questo stesso tipo di situazioni e nel 2001 espone Peeping-toms, guardoni: l’immagine di due ragazzini intenti a spiare una donna che si spoglia. Di qui prende corpo la serie di door paintings, immagini di vita quotidiana ritagliate in porte reali, spiate attraverso il vetro oscurante della porta del vicino. Le scene sono frammenti di vita domestica o ricordi autobiografici, colti nella loro ordinarietà senza tempo, nella consuetudine della vita di ogni giorno. Il punto di partenza è una piccola violazione della vita privata altrui, una fotografia scattata furtivamente, sottoposta poi ad un’accurata manipolazione per riproporre l’effetto deformante del vetro. La vena provocatoria e l’attenzione verso la cultura di massa e le sue ossessioni, che aveva caratterizzato la serie di immagini pornografiche degli esordi (Readers wives) e la partecipazione a Sensation con il ritratto della serial killer Myra Hindley, fanno posto ora a un’indagine sociale rarefatta e addolcita da riflessi più intimi. Il risultato è una ricerca che prende le mosse da un realismo molto vicino a Hopper e che approda a una pittura di sapore impressionista, sensibile al dato ottico, alla luce, ai riflessi sul vetro. Una delle opere in mostra porta il significativo titolo di After Edward Hopper e riproduce una scena “da motel” abbastanza tipica: un uomo legge seduto sul letto mentre alle sue spalle è distesa una donna. Altrove l’artista ripiega lo sguardo sul vissuto personale: Witnesses ritrae l’artista bambino che accompagna la madre con il Vangelo mentre bussa alle porte del vicinato, mentre Kids è il ritratto del figlio dell’artista mentre gioca. La materia pittorica decompone l’immagine, la disfà, rendendola incerta. Lo spettatore è chiamato a minimi sforzi di decodificazione che lo portano immancabilmente a interrogarsi sulla sua funzione: voyeur o testimone inconsapevole? Sorpreso a violare l’intimità altrui, a curiosare dietro quelle porte scopre di volta in volta cosa succede: un uomo è in piedi e fuma, in mano ha un coltellaccio da carne. Indossa solo una maglietta imbrattata di rosso. Il titolo dell’opera è Autoritratto con mannaia. Sembrerebbe un assassino…

francesca boenzi
mostra visitata il 23 settembre

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Mimmo Scognamiglio arte contemporanea, Via M. d’Ayala 6 – 80121 Napoli
Orario: dal lunedì al venerdì 10.30-13.30 e 15.30-19.00 – Tel. 081 400871 – Fax 08119576621 – info@mimmoscognamiglio.comwww.mimmoscognamiglio.com

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