Negli spazi plurilinguistici di Dino Morra, tre artisti totalmente differenti dialogano con l’ambiente e con lo spettatore creando un unico racconto sensoriale.
Nel Floor Space, Arash Radpour (1976, Teheran), con la sua analitica concretezza, riesce a racchiudere in pochi pezzi un ampio discorso sull’idea di mercato internazionale. In due scatti complementari ma distanti nella produzione artistica, inquadra, in una perfezione estetica, due modi di mercanteggiare che sono all’apice dello scambio di prodotti. In Commerce, partendo dalle proprie origini, illustra il Bazar di Kashan deserto, luogo di grandissima vita commerciale fulcro delle città musulmane, dove era centrale, e lo è ancora, il contatto umano con gli oggetti e dove emerge lo spirito del duro lavoro che si cela dietro a ogni prodotto. Nell’altra immagine, Containers, il rigore formale della fotografia ostenta il concetto di commercializzazione globale che non lascia spazio ad altre considerazioni superficiali. Nonostante l’assenza di forme umane, l’anima lavoratrice di ognuno scalpita per emergere sull’idea di un mercato ormai saturo e asettico che sovrasta. Il video Salton Sea, che fa da sottofondo a questo discorso, alimenta l’idea di un’eccessiva richiesta di consumo a scapito sia del territorio che della vita circostante. Il titolo deriva dal lago omonimo nel sud della California, dove sono state registrate 12 ore consecutive di ripresa per raccontare «un mare deserto» nato da un’alluvione e poi abbandonato alla degradazione, sia per un altissimo livello di inquinamento e sia per i resti dimenticati da chi aveva un grande progetto turistico-balneare per questo nuovo spazio naturale.
Ma come suggerisce Domenico Balsamo (1979, Napoli) col suo lavoro Fake Paradise, «non è tutto oro quel che luccica». Infatti, scendendo nell’Underground Space, sembra di entrare in una favola dai colori pastello e dagli odori delicati, dove le forme fanno viaggiare con la fantasia verso isole tropicali, grazie ai pannelli in legno sospesi sulla destra della sala, oppure verso un mondo ideale, soffice e rassicurante, quando si entra nell’igloo, progettato con l’architetto Ciro Gallo, dove anche i suoni esotici, curati da Carmine Minischiello, disorientano e rilassano. Un’evasione forzata verso sensazioni più spontanee e inconsce, per cercare un contatto più profondo con lo spettatore. In questi lavori però è importante il retro dell’opera, la complessità della costruzione, per evidenziare, in un mondo ricco d’illusioni sensoriali che affascinano, quelle sovrastrutture cariche di sacrificio che circondano le vite solo per appaganti attimi di piacere.
Un altro modo piacevole e significativo per evadere dalla realtà conosciuta, è osservare le opere di Enzo Distinto (1965, Napoli), allestite nello Studio Space ed elaborate durante una residenza nel 2015. Nuove visioni, nuove città e nuovi modi di rappresentare un mondo ideale per renderlo reale, Universe People rappresenta in mappe sovrapposte le mille possibilità di uno spazio, tutto ciò che potrebbe essere e tutto quello che, potenzialmente, si può creare con la sensibilità artistica. Ad arricchire l’esposizione, già carica di contenuto, sono alcune sculture che, realizzate con tessuti con stampe africane, indurite e manipolate con la resina, creano un oggetto tridimensionale rimandante alla tradizione e a forme oniriche.
Chiara Barone
Mostra visitata il 21 settembre
Dal 21 settembre al 30 novembre 2016
Arash Radpour, A/R (Round Trip), Domenico Balsamo, Fake Paradise, Enzo Distino, Universe People
Dino Morra Arte Contemporanea
Piazza Enrico De Nicola 46 | Interno Ex Lanificio, 59 – 80139, Napoli
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 16.00 alle 19.00, il sabato dalle 10.00 alle 13.00, e su appuntamento
Info: morra.dino@gmail.com – 081 0332263