David Casini è un artista visionario che accentua il lato magico delle cose, carica la realtà di significati allegorici e spesso di riferimenti alla storia del luogo che di volta in volta lo ispira.
Utilizza prevalentemente l’illustrazione, in un gioco di forme essenziali basate sul contrasto di bianco e nero, in cui la netta separazione tra sfondo e rappresentazione è chiaramente leggibile. C’è sempre una componente inquietante dietro la serenità apparente delle sue immagini, in questo caso il suo recente soggiorno a Ginevra infonde un’atmosfera misteriosa e favolistica al lavoro che assume aspetti diversi:
Con l’uso di questi nuovi mezzi rappresentativi, Casini sembra discostarsi dalla tecnica artigianale dei suoi esordi in cui il disegno era letteralmente ricamato su un supporto liscio e lucido in pelle o plastica. Pur restando fedele a una sua sinteticità espressiva, a tratti fumettistica, l’artista -partendo da un linguaggio che appartiene al mondo dei media, accattivante e immediato- sembra rappresentare invece un universo congelato e senza tempo che ha pochi contatti con la contemporaneità.
Dietro questa scelta fuori dal tempo l’essere sembra ripararsi per trovare una ragione di un fare diverso, quello di un artista che, come altri della sua generazione, ha attraversato la casualità e l’irrazionalità delle più recenti istanze espressive e ora vuole affidarsi alla forza di certe soluzioni formali già sperimentate dalle avanguardie del novecento: dall’Espressionismo Tedesco alle soluzioni, certo più libere, della Pop Art.
La scelta dei soggetti, apparentemente di non immediata decifrazione, fa riferimento alle lotte di religione tra calvinisti e cattolici nella borghese città elvetica che sotto l’apparente benessere nasconde la tragica fatalità di un simile scenario. Una scelta colta, non priva di connotazioni politiche. Alla rilettura di certi scenari paesaggistici, al rilievo dato a certi edifici, contribuisce la capacità di sospensione narrativa. Per l’artista le immagini devono essere silenziose: non è questione di discrezione, ma di musica.
La soggettività assoluta si raggiunge solo in uno stato, in uno sforzo di silenzio, quell’attimo in cui si chiudono gli occhi e si tende a far parlare l’immagine nel silenzio a lasciare che il particolare risalga da solo alla coscienza.
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non è affatto un controsenso per tutta una serie di motivi, primo fra tutti quello che ci vede come operatori culturali che vogliono spronare il pubblico a partecipare, informarsi, conoscere. Se avessimo voluto invitarvi a non comprare quel volume, non lo stroncavamo neppure. Quando vogliamo far passare sotto silenzio le cose, farle sparire, semplicemente non ne parliamo. Una stroncatura è un modo per dare risalto ad una cosa, per dargli la massima visibilità, altroché. La nostra rubrica sulle riviste, ad esempio, non esiste più. Proprio per il fatto che ad oggi reputiamo completamente inutile (e a volte addirittura disutile) il panorama dell'editoria periodica sull'arte: preferiamo non parlarne affatto per evitare che qualche lettore sprovveduto dìa credibilità alla porcherìa marchettara di che ammorba quasi tutto quel settore.
Ricapitolando:
1. non è un controsenso *proprio per il fatto* che l'abbiamo stroncato
2. non è un controsenso perché questa non va considerata solo come pubblicità, ma anche come stimolo all'approfondimento sul tema, si tratta contenuto allargato e ulteriore
3. e per terzo motivo mettiamoci che l'editore di Exibart -che si sta sforzando per mantenere il piedi questo miracolo editoriale- ricava dalla vendita dei libri una piccola percentuale sul prezzo di copertina che, se l'iniziativa avrà successo, contribuirà -giusto per fare un esempio- a mantenere gratuita la consultazione del sito. Vabbuo' ?
il commento è per la pubblicità che questo sito mette sotto la recensione: non è un contro senso per exibart suggerire l'acquisto del "Dizionario della giovane arte" dopo che un suo redattore, tale Sigolo, propio su questo portale ne ha scritto una furente stroncatura? rsvp
Caro amico, se qui non si tentasse di dare un panorama democratico della situazione il tuo insulso, offensivo e meschino (oltre che naturalmente anonimo, non sia mai) commento non sarebbe mai stato pubblicato, non trovi?
ok tonelli, grazie per il chiarimento: quando stroncate qualcosa significa che volete darne risalto, quando volete "far sparire"( bel termine mafioso) non ne parlate nemmeno. meglio le riviste che tentano di dare un panorama democratico dell`arte
A.