Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
«Ex imisi humi larvis / ex altis umbris parvis / labor temporis erumpit», Dalle larve remote della terra / dalle anguste-alte ombre / schizza la fatica del tempo, è l’incipit della poesia Rudera di Michele Sovente che, ispirata alle sculture di Giuseppe Pirozzi, oltre a suggerirne il titolo, rappresenta l’orizzonte lirico della mostra presentata a Castel Sant’Elmo e curata da Enrico Crispolti. L’esposizione si articola in tre diversi spazi del forte vicereale, ricostruendo così i momenti resilienti del percorso artistico dello scultore, declinato a partire dalla selezione delle opere in bronzo esposte nelle sale del Museo Novecento, fino alle venticinque sculture fittili dell’ultimo decennio, allestite nella Chiesa di Sant’Erasmo e nell’antistante Sacrestia, sulla piazza d’armi del Castello.
Quali ruderi di un passato evocato come una sorta di «reliquiale racchiusa presenza», così le opere in terracotta ingobbiata, realizzate a tuttotondo e a rilievo dal 2007 a oggi, occupano la navata della Chiesa e, affluendo ordinatamente al centro in una compostezza quasi totemica, costituiscono le frange di corteo che avanza verso l’altare maggiore e culmina nel Trittico del 2017, sintesi della «nuova condizione operativa dell’immaginario plastico pirozziano». In esso, la materia è manipolata secondo un ordine evocativo-memoriale, dove la geometria combinatoria restituisce il residuo di una frammentaria oggettualità. In tal modo, la memoria monta fra le antiche vestigia di un passato del tempo e del proprio vissuto ed emerge dalle ombre spezzate e dalle cavità abissali, svettando laddove le forme si fanno aggettanti, per poi dipanarsi in ritmiche alternanze di accenti barocchi.
Giuseppe Pirozzi, Rudera. Sculture in terracotta 2007-2017, vista della mostra
Nel continuo evolversi delle forme e negli attraversamenti della materia mediante una composizione ricca di suggestioni, come in L’attesa (2017), in Angelo ribelle (2015), in Palmira (2014), in Aphasia (2012) e in Geometrie mentali (2005), compaiono sulle molteplici superfici frammenti di oggetti, brani di corpi, volti, lettere e numeri, intesi come un sistema di segni, un palinsesto di esperienze che metamorificamente si ricompongono nell’attualità dell’opera.
Infine, nella complessa installazione Preghiere del 2013-17 allestita in Sacrestia, le cento formelle variopinte, disposte a parete come un’opera unica, formano un tessuto cromatico e plastico vibrante, dove i brevi riquadri attingono a un repertorio immaginifico proteso verso un’interiorità intima ed enigmatica, i cui brandelli lessicali sono devotamente raccolti e consegnati all’osservatore.
Rosa Esmeralda Partucci
Mostra visitata il 13 ottobre 2017
Dal 13 ottobre 2017 al 31 gennaio 2018
Giuseppe Pirozzi, Rudera. Sculture in terracotta 2007-2017
Castel Sant’Elmo,
Via Tito Angelini, 22 – 80129 Napoli
Orari: lunedì e da mercoledì a domenica dalle 9.30 alle 17:00
Info: pm-cam.santelmo@beniculturali.it – +39 081 2294 449