Contaminazioni e manipolazioni incrociano attimi di realtà concentrandosi su figure pop. Post-Photography, allestita in via Chiatamone nella sede storica della galleria Changing Role, raccoglie le opere fotografiche di Nick Waplington e Miguel Calderon, David Hilard, John Sparagna, Alex Lee, Miguel-Angel Gaueca, Federico Pepe e Jacopo Benassi. Il gallerista Guido Cabib ha creato un vero e proprio métissage, come dicono in Francia. Al piano terra la mostra procede schiacciando eccessivamente il pedale: gli esercizi preferiti sono quelli condotti in nome di una visionaria e corrotta modificazione. Mostra da salotto: tutto cambi perché nulla cambi. Meritevole è in ogni modo la mescolanza delle invenzioni figurative, ora bizzarre ora ricche d’immaginazione, sempre in bilico tra immagini glamour e volute sproporzioni. La ricerca di una maniera sembra però abbandonarsi troppo facilmente alle pulsioni.
Nel piano interrato della galleria le scatole luminose, progettate da Benassi, si distaccano dalle altre opere: è escluso l’elemento “corpo-oggetto”. Sette lightbox per sette racconti astratti di luoghi metropolitani, dove l’artista trasferisce gli oggetti e le idee di chi prostituisce il suo corpo ma non la sua anima. Ritratti in cui non ci sono né vittime né carnefici ma ieratiche immagini di alberi in “posa”.
Nel piccolo spazio B-Side, vicinissimo alla
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lino sinibaldi
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è il tuo secondo pezzo che leggo... con piacere... bravo, mi piace il tuo non essere acquiescente senza sparare a zero... insomma, mi sembri ben calibrato, con un substrato tutto da scoprire
Mi è piaciuta molto la mostra di fotografia.
Su Mastronardi... meglio calare un velo pietoso.