“Leggero”. Conciso e diretto il messaggio dell’artista Alex Pinna (Imperia, 1967), che ha utilizzato proprio questo termine per presentare la sua personale a Napoli, inaugurata all’interno delle sale della galleria PRAC. Leggere, infatti, sono le figure da lui rappresentate: longilinee e filiformi, con fisici esili, gambe lunghissime, stirate e stilizzate, i tratti dei volti semplificati al punto di essere quasi annullati. Le forme così riprodotte possono essere lo specchio di chiunque, ognuno può rivedersi e dialogare con esse, riflettere su ognuna la propria immagine e le proprie emozioni.
Davanti alle sue opere non è possibile non avere un immediato rimando al lavoro di Alberto Giacometti. Quelli di Pinna, però, sono personaggi molto più limpidi, sgravati dalla cupa drammaticità dello storico scultore svizzero, che compiono un proprio percorso a cui può essere attribuita tanto una lettura di disincanto e instabilità esistenziale, quanto di tranquillità e di bellezza senza una finalità specifica. Nell’ambiguità che si crea dalla diversa emozionalità trasmessa da queste opere è racchiuso proprio il significato del termine “Leggero”.
Pinna, milanese d’adozione dove tutt’ora vive e lavora, ha frequentato i corsi di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera e, dal 1993, espone in tutt’Italia, oltre che all’estero. Nelle sale della galleria di Piero Renna ha portato un assaggio di tutte le tecniche che è solito utilizzare, presentando una mostra coerente e completa. Si può quindi andare incontro a quadri, disegni ad acquerello e sculture. Per ogni sua tecnica, un aspetto del suo messaggio domina rispetto agli altri. A farsi carico di questa mutevolezza è proprio la costante di ogni sua opera: la forma della figura umana.
Nelle sue tele, le figure riprodotte sono sempre piccole e esili ma, soprattutto, si perdono all’interno del paesaggio circostante. Le atmosfere in cui sono immerse sono ferme, atomi senza peso vegliano il loro cammino, l’uomo silenzioso prosegue calmo, lasciando che sotto di lui il suolo si sciolga. In altri sui dipinti, però, sa essere più giocoso. L’artista inserisce personaggi dei fumetti con cui si è cresciuti, come Topolino o il gatto Felix, richiamando alla memoria la purezza dell’infanzia. Diverse sono, invece, le figure che presenta negli acquerelli su carta di riso. Qui la forma umana è più decisa e preponderante, occupando interamente lo spazio a disposizione, increspandolo, anche se l’immagine rimane stilizzata. È chiara la ricerca dell’incastro con la figura geometrica, quasi un ritorno all’elementare e alle forme di natura che compongono l’uomo. Infine, ci sono le sue sculture in bronzo che sono pure metafore dell’interiorità umana, dove traspare, più che nelle altre opere, l’introspezione, la ricerca di quell’equilibrio essenziale per trovare la propria dimensione vitale e spaziale.
Tutto questo Pinna lo presenta sempre come un gioco, il suo approccio all’arte e, quindi, alla ricerca di se stessi e alla sfera più intima del proprio io, non è fatto con angoscia e drammaticità, ma con un’elegante delicatezza. Il suo è un evidente invito allo scoprirsi e al capirsi ma, come suggerisce fin dal titolo scelto per la sua mostra, sempre con estrema leggerezza.
Michela Sellitto
mostra visitata il 9 ottobre
Dal 9 ottobre al 4 dicembre 2015
Alex Pinna, Leggero
PRAC, Galleria Piero Renna Arte Contemporanea
Nuova Pizzofalcone, 2 – 80134, Napoli
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 17.00 alle 19.00 o su appuntamento