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A volte, nell’arte come nella cultura, per far luce su una questione rilevante sono posti in risalto aspetti contrari a ciò che si vuole affermare come vero e autentico. E’ una sorta di logica della negazione che in arte può dar luogo a risultati al tempo stesso efficaci ed eleganti. Nell’installazione di Maurizio Bolognini, i computer, prima programmati per produrre immagini casuali ed indeterminate poi sigillati per sfuggire a qualsiasi visione, elaborazione o giudizio, sono lasciati in un misterioso silenzio comunicativo e tuttavia finiscono per invitarci alla riflessione su cosa possa essere il nostro immaginario, la nostra facoltà mito-poietica (per dirla con Vico), nel giorno in cui le macchine lavorando di nascosto e infinitamente, tendono a sostituirsi alla dimensione, fino ad oggi tutta umana, della fantasia e della metafisica. Dunque il referente di Bolognini è la fantasia erosa in ognuno di noi, è un po’ come il nascondersi per farsi desiderare.
L’alchimia tutto sommato funziona (grazie anche ad un efficace catalogo edito in collaborazione con il Centro Arte Contemporanea Ticino) ma sicuramente va perfezionata nei delicati passaggi dell’estetica (che manca) e nel messaggio che può rivelarsi troppo concettuale e poco fruibile; specialmente in materia di tecnologia non ci si può relegare nell’area dei romantici antilluministi, la tecnologia non va solo riflettuta, ma cavalcata.
Ciro Di Nardo
Zaumma- Maurizio Bolognini
E-M ARTS via Calabritto, 20
Orari: ore 10.30-19.00
Info: 081. 081.7643737
[exibart]
Caro di Nardo,
se detesta la tecnologia perché continua da mesi a parlarne? Masochismo?
1. non ho capito cosa ci fosse in mostra
2. non ho capito minimamente l’intento dell’artista
3. valeva la pena spiegare il significato di ZAUMMA
4. non ho capito cosa volesse dire il signor di nardo
non sono tanto sicuro che l’autore dei due commenti precedenti sia un lettore di exibart…
Cara Perplessissima,
per i casi come il tuo esistono molte Cliniche di cura sparse per l’Europa.
Oppure potresti cominciare con un corso base di lettura.
A, come Ape;
B, come Banana;
C, come Cane…. eccetera.
Ciao, Biz.
…la tecnologia non va riflettuta ma cavalcata, anzi se io fossi un hacker a Bolognini gli manderei proprio un bel virus.
Riflettuta?????
cavalcata??? penso che chi prova a spiegare il “concettuale” dovrebbe armarsi innanzitutto di semplicità.Questo per principio:Se si vuole allargare la base dei “fruitori”! E’ un diritto di tutti capire….se c’è qualcosa da capire.Saluti.
Espongo sinteticamente alcuni spunti di riflessione per chiarire meglio il mio pensiero al riguardo:
1)c’è un trend di incredibile fascino, la tecnologia, entrata prepotentemente nella vita contemporanea;
2)l’arte ha per sua natura il bisogno di appartenere ad un contesto simbolico capace di leggere la contemporaneità
3) l’arte oggi non ha la capacità di usare lo strumento tecnologia, al contrario ne è usata. L’avanguardia è travestita di ipertech ma purtroppo al momento segue soltanto la corsa travolgente del progresso tecnologico non riuscendo ancora a sviluppare temi che vadano molto oltre la semplice sperimentazione tecnica delle macchine. E’ un po’ come tutte quelle persone che comprano il telefonino, il computer, il dvd l’organiser etc..ma non vanno oltre un uso superficiale, abbastanza comunque per appartenere (almeno credono) alla technological updated class.
4) l’arte contemporanea merita di più, ed ha il compito di spingersi più avanti. Bisogna innanzitutto stabilire con gli strumenti artistici un rapporto più solido sentimentale lungimirante e cmq meno improvvisato
bye