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04
giugno 2010
In un momento di grande fermento e
di mal taciuta inquietudine, Alfonso Artiaco investe coraggiosamente in nuove
idee. Il gallerista napoletano, infatti, aggiungendo nel nobile Palazzo
Partanna un project space agli spazi già consolidati che furono di Lucio
Amelio, sembra voler ribadire il suo ruolo di primo piano all’interno della
galassia artistica internazionale.
La fiamma olimpica di questa nuova
sperimentazione viene consegnata nelle mani del tedesco Magnus Plessen (Amburgo, 1967; vive a Berlino),
artista dalla carriera brillante e già visto volteggiare all’interno di
prestigiose istituzioni di tutto il mondo: dalla Venezia a New York, da Zurigo
a Düsseldorf, da Londra a Chicago.
Rappresentato nell’occasione
soltanto da due dipinti, Sprung e Karton, con cui si picca di condensare la qualità piuttosto che
la quantità, l’amburghese riflette sulla volontà di coniugare insieme realtà
interne ed esterne. La sua pittura si offre come una coprente stratificazione
di pensieri colorati e segmenti materici, che una volta sul muro resta affidata
alla percezione personale e volubile del riguardante. A ricordare che, “malgrado
i nostri sforzi legati al rigore, il linguaggio della logica è filtrato
attraverso le emozioni”.
Difende, invece, il main space una
sofisticata mostra dell’americana Rita McBride (Des Moines, 1960), figura di
spicco nel panorama artistico internazionale, già presentata da Artiaco nel
2007. Il suo lavoro, intitolato Profili, tradisce la sua formazione da architetto e si
concentra sulle possibili interferenze declinabili tra scultura, architettura e
design.
Due stampe a getto d’inchiostro,
poste all’ingresso, introducono a un’attenta osservazione sulle diverse
potenzialità del linguaggio architettonico, contemporaneamente ancora
artigianale e già industriale. Il discorso prosegue nella grande sala,
soffermandosi sulle caratteristiche della modanatura, intesa non come semplice
elemento di decorazione ma piuttosto “come parte integrante delle nostre
vite e forma della nostra relazione con il mondo”, capace di impreziosire
artisticamente gli elementi portanti della costruzione.
Ispirata dalla voce antica dei
profili ancora visibili a Pompei ed Ercolano, l’artista presenta due serie di
sculture: una di sette, fissate al muro e realizzate al neon, e l’altra di
dieci, create in bronzo e tenute su da piccole basi di marmo. Offrendo, così,
una vera e propria zoomata sulla scultura, sul suo rapporto con lo spazio,
sulle differenti modalità di allestimento che danno vita alle installazioni. E
destinandoci quell’intimo lavorio, che si espande delicatamente nell’aria in un
suggestivo dinamismo di luci e che pare avere il suo punto di forza
nell’eleganza del pensiero, obbligato in equilibrio tra forma e contenuto.
di mal taciuta inquietudine, Alfonso Artiaco investe coraggiosamente in nuove
idee. Il gallerista napoletano, infatti, aggiungendo nel nobile Palazzo
Partanna un project space agli spazi già consolidati che furono di Lucio
Amelio, sembra voler ribadire il suo ruolo di primo piano all’interno della
galassia artistica internazionale.
La fiamma olimpica di questa nuova
sperimentazione viene consegnata nelle mani del tedesco Magnus Plessen (Amburgo, 1967; vive a Berlino),
artista dalla carriera brillante e già visto volteggiare all’interno di
prestigiose istituzioni di tutto il mondo: dalla Venezia a New York, da Zurigo
a Düsseldorf, da Londra a Chicago.
Rappresentato nell’occasione
soltanto da due dipinti, Sprung e Karton, con cui si picca di condensare la qualità piuttosto che
la quantità, l’amburghese riflette sulla volontà di coniugare insieme realtà
interne ed esterne. La sua pittura si offre come una coprente stratificazione
di pensieri colorati e segmenti materici, che una volta sul muro resta affidata
alla percezione personale e volubile del riguardante. A ricordare che, “malgrado
i nostri sforzi legati al rigore, il linguaggio della logica è filtrato
attraverso le emozioni”.
Difende, invece, il main space una
sofisticata mostra dell’americana Rita McBride (Des Moines, 1960), figura di
spicco nel panorama artistico internazionale, già presentata da Artiaco nel
2007. Il suo lavoro, intitolato Profili, tradisce la sua formazione da architetto e si
concentra sulle possibili interferenze declinabili tra scultura, architettura e
design.
Due stampe a getto d’inchiostro,
poste all’ingresso, introducono a un’attenta osservazione sulle diverse
potenzialità del linguaggio architettonico, contemporaneamente ancora
artigianale e già industriale. Il discorso prosegue nella grande sala,
soffermandosi sulle caratteristiche della modanatura, intesa non come semplice
elemento di decorazione ma piuttosto “come parte integrante delle nostre
vite e forma della nostra relazione con il mondo”, capace di impreziosire
artisticamente gli elementi portanti della costruzione.
Ispirata dalla voce antica dei
profili ancora visibili a Pompei ed Ercolano, l’artista presenta due serie di
sculture: una di sette, fissate al muro e realizzate al neon, e l’altra di
dieci, create in bronzo e tenute su da piccole basi di marmo. Offrendo, così,
una vera e propria zoomata sulla scultura, sul suo rapporto con lo spazio,
sulle differenti modalità di allestimento che danno vita alle installazioni. E
destinandoci quell’intimo lavorio, che si espande delicatamente nell’aria in un
suggestivo dinamismo di luci e che pare avere il suo punto di forza
nell’eleganza del pensiero, obbligato in equilibrio tra forma e contenuto.
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Debutta
il Project Space di Artiaco
La
personale di McBride da Artiaco nel 2007
L’artista
dell’Iowa a Long Island
ivana porcini
mostra visitata il 1° giugno 2010
dal 6 maggio al 5
giugno 2010
Rita
McBride – Profili
Magnus Plessen
Galleria Alfonso Artiaco
Piazza dei
Martiri, 58 (zona Chiaia) – 80121 Napoli
Orario: da
lunedì a sabato ore 10-13.30 e 16-20
Ingresso
libero
Info: tel. +
39 0814976072; fax +39 08119360164; info@alfonsoartiaco.com; www.alfonsoartiaco.com
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