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Si potrebbe dire, schematizzando, che l’opera di David Tremlett (Cornovaglia, 1945) consista nella schedatura in geometrie della sua vita, fatta di esperienze, ricordi e viaggi. C’è chi scrive un diario, chi un’autobiografia, chi preferisce non ricordare e chi, come lui, trasfigura e traspone la sua memoria in un incastro di forme pure, semplici e rigorose.
Lo spazio e il nitore della Galleria Alfonso Artiaco esaltano ancora di più le linee delle 13 opere esposte, favorendo un’azione mentale che, spontaneamente, s’impone in tutta le sue evidenza: quella di iniziare a tradurre le geometrie rappresentate nei luoghi narrati e i luoghi narrati nelle geometrie rappresentate. Durante questo lungo e strano esercizio di decodifica, si comincia a pensare quanto possa essere bello avere la stessa capacità di saper appuntare l’intero mondo, attraverso sculture piane e colori.
Essere in grado di racchiudere luoghi come il Giappone o il Vietnam entro una forma e un ritmo, tracciandoli sulla superficie di un foglio attraverso un pastello, che lo stesso Tremlett definisce come ‹‹fragile, delicato, leggero ma allo stesso tempo capace di qualcosa di forte, impegnativo e strutturalmente difficile››. In effetti, l’osservazione ravvicinata delle opere sorprende, perché la tecnica dell’artista gli permette di trasformare quella che, in realtà, è grafite in qualcosa che dà tutta l’idea della solidità dell’intonaco di un affresco. Il pastello consente, inoltre, un uso dei colori sensuale e incredibilmente raffinato, come l’accostamento tra il rosso e l’arancio che si armonizzano a vicenda, conferendo ai disegni preziosità ed eleganza.
In ogni opera, le singole geometrie potrebbero intendersi come tanti piccoli ricordi, tenuti insieme, in maniera salda e rigorosa, dal loro reciproco rapporto, specchio della forma mentis dell’artista che, così, riesce, come in analisi, a ricomporre l’esperienza dandole un ordine e una successione.
David Tremlett è un artista di successo, le cui opere sono richieste in tutto il mondo ma sul quale c’è ancora molto da dire, osservare e analizzare. Questo accade quando, pur restando fedeli a se stessi, non si smette di interrogarsi e quando, in ogni lavoro, viene fuori quel qualcosa di realmente personale che non può mai raccontare un vissuto già detto.
Arianna Piccolo
mostra visitata il 18 giugno 2015
Dal 5 maggio 2015 al 5 giugno 2015
David tremlett, Form & Rythm
Galleria Alfonso Artiaco
Piazzetta Nilo, 7 – 80134 Napoli
Orario: lunedì – venerdì 10.00/20.00
Info: 39 081 4976072; info@alfonsoartiaco.com