29 agosto 2012

Fino al 5.X.2012 Benny Dröscher, Still Undreamed-of Napoli, Blindarte

 
L’immaginario, pur esistendo esclusivamente nel nostro pensiero, può essere accettato come realtà soggettiva? Quello che guardiamo è realmente esistente o il semplice frutto della propria immaginazione? Diversi i modi di concepire la realtà nella mostra napoletana di Benny Dröscher -

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Per chi, come molti, conosce l’arte di Benny Dröscher (Copenaghen, 1971) l’incanto prodotto dalle sognanti atmosfere ricreate per gli spazi di Blindarte rivela l’approdo ad una chiara maturazione artistica. Con comprovata maestria di intenti, infatti, l’artista danese sublima in questa nuova fatica le scelte tecnico-stilistiche adottate nelle proprie rappresentazioni fin dai primi anni di attività. Avvolta da un ovattato senso di quiete e arricchita da splendide sedute dall’impeccabile design scelto dal maestro per accompagnare ogni singolo dipinto, la galleria lascia la parola alle opere in mostra permettendo all’osservatore di sgomberare la mente ed accogliere, nel modo più puro possibile, i limpidi scenari esposti. Da sempre affascinato dalla natura oltre il quotidiano trascorrere del tempo, Dröscher torna a combinare elementi reali con studiati astrattismi di twombliana natura con un labor lime che filtra l’essenza delle cose in uno straordinario sodalizio di particolari.

Sette acrilici si caricano così di un’accezione tutta metafisica dove la sospensione spazio-temporale concorre a ricreare una fluttuante atmosfera d’esterni fatta di straordinari cieli e brillantissimi colori. Cardine fondamentale per la comprensione e la compenetrazione negli spazi da lui riprodotti in chiave puramente iperrealista del mondo naturale è l’assoluto spogliarsi di concetti e sovrastrutture mentali al fine di abbandonarsi al godimento di ciò che uno sguardo libero da ansie permette di osservare. Still Undreamed-of, letteralmente ancora impensati, non ancora sognati. Questo il titolo che accompagna l’esposizione in un trionfo di rami, motivi floreali, forme zoomorfe e fitomorfe impreziosite da vivacissimi ghirigori dove, in un’estetica impeccabile, si realizzano elementi carichi di quel peso spirituale che l’uomo conferisce loro, e in cui il punto di vista diviene pienamente soggettivo a seconda di chi osserva.

Ogni forma entra in perfetta armonia con il resto della composizione stagliandosi, in modo netto e lineare, su cieli meteorologicamente mutevoli come piacevolissimi intervalli del lento trascorrere del tempo. Diversi i modi, dunque, di concepire la realtà, dove l’immaginario e il reale si fondono in un’unica rappresentazione e in cui lo spettatore è chiamato a chiedersi se ciò che si guarda è realmente esistente o il semplice frutto della propria immaginazione; e se l’immaginario, pur esistendo esclusivamente nel nostro pensiero, non possa essere accettato come realtà soggettiva.

Un incanto dai molteplici significati, quindi, come un sogno ad occhi aperti da cui scaturiscono filosofiche argomentazioni votate alla chiara consapevolezza della realtà, estrapolando gli elementi dal loro contesto consuetudinario e fornendolo come alternativa reale di un mondo apparente.

francesca de ruvo 
mostra visitata il 19 luglio 2012

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