Un ambiente dall’elegante profumo di passato come Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli – una delle tre sedi delle Gallerie d’Italia, braccio museale e culturale di Intesa Sanpaolo – fa risaltare per antitesi l’arte contemporanea ospitata in una esposizione non vasta, ma di qualità tale da permettere una fruizione ponderata e godibile delle opere esposte.
Finalità della mostra è fornire uno spaccato del clima culturale degli anni ‘80 del ‘900 – considerati il decennio del ritorno alla pittura dopo anni dominati dalle neoavanguardie – in una New York più sfavillante che mai con una miriade di neon quasi simbolo di un boom connotato da successi nell’economia, nella cultura e in particolare nell’arte e da vita mondana, divertimenti, trasgressioni e promiscuità al massimo grado: fuochi d’artificio più eclatanti rispetto al boom degli anni ’60 e tali da fare compiere un salto vistoso verso la modernità.
In quegli anni anche Napoli vive un momento di grazia dal punto di vista artistico proiettata com’è verso una dimensione internazionale grazie a gallerie come Lucio Amelio, Lia Rumma, Morra e Trisorio, spesso le prime a presentare i lavori di stranieri ponendosi come vivace ponte tra l’Italia e la Grande Mela.
Andy Warhol – Vesuvius nero
Di questo ribollire di pulsante vitalità scoppiettante di colori sono presentati cinque artisti emblematici partendo da due lavori della collezione permanente delle Gallerie d’Italia realizzati da Andy Warhol (Pittsburgh, Pennsylvania 1928 – New York 1987) – in quel periodo riaffacciatosi alla mondanità dopo l’attentato subito nel 1968 – in pieno fervore creativo anche in Italia e in particolare a Napoli (città natale di Francesco Clemente, 1952, pittore eclettico e globale trasferitosi a New York nel 1981) dove dalla collaborazione con il gallerista Lucio Amelio nascono opere quali ritratti di collezionisti, la notissima Fate presto e la serie Vesuvius, spettacolare per la vivacità cromatica che ben rende l’energia del vulcano.
È Jean-Michel Basquiat (New York 1960-1988), primo artista nero di successo, a incarnare lo spirito di quel decennio emergendo dal mondo dei graffiti con una parabola fulminante. Nel 1980 conosce Warhol che intuisce in lui potenzialità geniali e tra i due nasce un profondo sodalizio la cui interruzione per la scomparsa dell’amico nel 1987 genera in Basquiat un vistoso peggioramento di depressione e dipendenza. Storie che si intersecano e si spezzano come quella di Keith Haring (Reading, Pennsylvania 1958 – New York 1980) il cui scopo è giungere a tutti con messaggi sociali dallo stile vitalistico e che ha una forte attrazione per l’Italia e in particolare per la città partenopea. E ancora Julian Schnabel (New York 1951), artista eccentrico e amico di Wharol e Basquiat, che, reagendo all’arte minimalista e concettuale dei lustri precedenti, crea tele monumentali utilizzando i materiali più diversi come nel Portrait of Gian Enzo Sperone, affascinante nella sua unità franta, e nel 1996 passa al cinema con un film su Basquiat, specchio della vita effervescente di un’epoca.
Wanda Castelnuovo
mostra visitata il 25 settembre
Dal 15 settembre al 5 novembre 2017
Le mille luci di New York
Basquiat, Clemente, Haring, Schnabel, Warhol
Palazzo Zevallos Stigliano
Via Toledo 185, Napoli
Orari: da martedì a venerdì 10-18, sabato e domenica 10-20
Info: numero verde: 800 454229, www.gallerieditalia.com