Gli spazi
camaleontici della Galleria Mimmo Scognamiglio stavolta si colorano di una
maglia pixellata color carne.
Maddalena Ambrosio (Napoli, 1970; vive a Milano)
stende infatti in una delle stanze dello spazio napoletano un tappeto composto
da oltre diecimila uova, rigorosamente fresche e fragili, sul quale riversa, di
spalle, in posizione fetale, la scultura di un giovane.
Attention Please! È questo il titolo dell’opera
proposta dall’artista per il ritorno partenopeo, a distanza di quattro anni
dall’ultima personale tenutasi nella medesima galleria, e a due dalla
collettiva
Tutti giù sottoterra. La metropolitana ferma nelle scuole di
Napoli.
L’installazione,
seppur unica, è satura di gesti laboriosi. Dell’opera si percepisce la fatica
manuale che la rende a tratti greve, amplificandone l’ego tanto da espanderne
le tracce nei restanti ambienti dello spazio espositivo. L’effetto puntinato
delle migliaia di uova, la cui resa grafica rimanda per certi versi alle più
vecchie
Anacromie,
disorienta e quasi ipnotizza.
La scelta, poi, di
rendere l’opera fruibile solo in modo limitato è singolare. La constatazione
de
visu dell’intera
opera è preclusa; infatti, il mare di uova, componendo la forma di una freccia,
varca l’ambiente entrando nel successivo. Non resta che appoggiarsi alle spalle
dell’apertura, sulla soglia della stanza, una persona alla volta, alzarsi sulle
punte e allungare il collo, restando quasi in bilico, per vedere la scultura
dell’uomo disteso su se stesso.
In bilico. Sospesi.
È la chiave di ricerca che affascina l’artista, questa, che esplicitamente
indirizza lo spettatore verso “
quel brevissimo momento di sospensione e di
attesa che ci coglie a volte impreparati e ci chiede ‘
Attention Please!’”.
Solo così,
spingendosi oltre e facendo attenzione a non calpestare le uova, a non far
rumore, si può osservare in modo integrale la scultura che giace a terra. E in
ogni modo resterà l’incognita del volto della scultura. Dorme? Giace morto? Le
tante incertezze percettive mettono il fruitore in uno stato di sospensione.
Ognuno trarrà risposte soggettive dopo il raccolto gesto cognitivo.
E a tal riguardo la
stessa Ambrosio dice: “
Quel brevissimo momento di sospensione e di attesa è
esattamente la sensazione che vorrei producesse il mio lavoro. Mi piace
immaginare che, grazie al riconoscimento di questo momento fuggente, questo
possa protrarsi mettendoci in una condizione di ricezione tale da percepire il
fluire libero della nostra mente”.
Attention Please! Fate silenzio! Non rompete le
uova! A volte occorre essere ironici per far passare un messaggio anche severo:
che non ci si adagi sull’ordinario, bisogna spingere le idee oltre. O, per
dirla con le parole dell’artista: “
Siate ricettivi!”.
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Questo e' un ottimo esempio di come la postproduzione possa dare buoni risultati. In questo caso vediamo mircea cantor+maurizio cattelan..per esempio. Mi piace perché tutti dovremo assecondare la fragilità e la precarietà. L'opera scambia significato, ma forse non ha il coraggio di andare oltre. Credo che questa postproduzione non possa bastare.
ma stai zitto per favore. Non ti si sopporta più. E tu sembri il fratello scemo di Nicolas Borriaud. Non conosco la ambrosio, non me ne frega nulla di questo progetto, non mi interessa, mi sono imbattuto quasi per caso in questa recensione. Ed eccolo lì, il commento puntuale di questo cretino inutile e saccente di Luca Rossi, che adesso risponderà: ma perchè non articolate vosti commenti così come faccio io?" BASTA!!!!!!!
specchio riflesso!
perchè non ha ragione luca rossi??? Non dico di trovargli i vestiti...ma almeno vedere che il re è nudo sì però...eh