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Fino al 6.I.2002 Colantonio e Antonello Da Messina Napoli, Museo Di Capodimonte
napoli
Fino al 6 gennaio 2002, nel prestigioso Museo di Capodimonte sarà possibile ammirare il grande “Polittico di S. Lorenzo” di Colantonio e in prestito dalla National Gallery di Londra, il “S. Gerolamo nello studio” di Antonello da Messina…
di redazione
Al secondo piano della Reggia-museo, nella sala riservata al primo quattrocento napoletano si intersecano questi due eventi. L’esposizione completa del celebre retablo dipinto da Colantonio, tra il 1444 ed il 1446, per la Chiesa di San Lorenzo Maggiore a Napoli, è stata l’occasione per rivisitare la sala, poiché accanto ai due pannelli con San Francesco che consegna la Regola e S. Gerolamo nello studio, è esposta la serie dei dieci “santini” che in origine affiancavano le due tavole, ma che nel settecento furono dispersi per vari motivi. La serie è stata definitivamente identificata di recente, così come illustra il Soprintendente Nicola Spinosa, durante la fase di preparazione della mostra El Renacimiento Mediterraneo che si è tenuta a Madrid e a Valencia, curata da Mauro Natale. Grazie all’attività della Soprintendenza, che da sempre attua scambi con musei e collezioni pubbliche in Italia e all’estero, e all’intermediazione di Mauro Natale con i proprietari dei “santini” è stato possibile esporre il retablo originario. La ricostruzione grafica del polittico si deve al Prof. Ferdinando Bologna che già nel 1950 avanzò l’ipotesi, attualmente valida, che si arricchisce oggi di un contributo critico e storiografico, pubblicato nella famosa serie dei Quaderni di Capodimonte, nel quale lo stesso Bologna affronta le esperienze maturate a Napoli in campo artistico alla metà del quattrocento, lungo le rotte del Mediterraneo, all’ombra della Corona D’Aragona e presso la corte cosmopolita di Alfonso il Magnanimo. In questo ambiente culturale, infatti, si inserisce proprio Colantonio che alla luce di questi recenti studi è considerato un protagonista della scena culturale napoletana di quegli anni e non solo il maestro del giovane Antonello Da Messina.
L’altro evento presentato a Capodimonte è proprio il prestito operato dalla National Gallery di Londra del celebre “S. Gerolamo nello studio” di Antonello che formatosi sulla cultura fiamminga importata nel regno di Napoli da Renato d’Angiò e da Alfonso d’Aragona, ritorna dopo venticinque anni dalla sua formazione napoletana su un tema trattato dal suo maestro. Il dipinto, ora esposto sulla parete opposta a quella che ospita il polittico di Colantonio è una delle opere più note del primo Rinascimento in Italia. L’artista messinese analizza meticolosamente i particolari della scena dello studio, costruisce prospetticamente uno spazio multiplo, unificato dalla luce, approdando quindi ad una matura sintesi prospettico-luminosa ben diversa dallo spazio limitato e ingombro di cose del San Girolamo di Colantonio. Anche per Antonello è stato pubblicato un Quaderno curato dalla Prof.ssa Fiorella Sricchia Santoro.
Una “piccola mostra” così come ha affermato Spinosa che risponde alla difficoltà del momento storico che stiamo vivendo durante il quale non è facile poter organizzare grandi eventi, quindi, questa rivisitazione all’interno della collezione permanente pone l’attenzione ad un singolo episodio e offre la possibilità, non solo agli studiosi, di soffermarsi sull’alto grado di civiltà raggiunto dalla città di Napoli nel quattrocento.
Manuela Esposito
Colantonio e Antonello Da Messina
fino al 6 gennaio 2001
Museo Di Capodimonte – via milano 1 Napoli
Tel.0817499111
Mar- dom 8.30-19.30
L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con l’associazione Civita, con il contributo dell’assessorato alla cultura del Comune di Napoli.
I due Quaderni di Capodimonte sono editi da Electa Napoli.
Ufficio Stampa:
Soprintendenza, Simona Golia capodimonte.museo@libero.it
Electa Napoli, Giovanna Massa e Stefania Milano, press@ena.it
[exibart]
Ma il pittore che espone è il Presidente del Patto Territoriale dello Stretto di Reggio Calabria? Giusto per sapere, visto che nel testo è continuamente ripetuto Colanino.
il pittore che “espone”? aahahhahhhhhhah
lo sa che anche michelangelo “espone” alla cappella sistina da qualche secolo????
Ehi… due persone interessate a parlare di Antonello, di Arte!!… però il livello dei commenti è sempre così basso… cerchiamo di elevarlo e di impostare un discorso costruttivo: che ne dite di un esamuccio, ragazze? …così, per vedere se siete in grado di sostenere la conversazione. A parte lo stile dei due autori – che l’autrice dell’articolo “espone” benissimo e con fiamminga chiarezza -, c’è una differenza sostanziale che intercorre tra il San Gerolamo di Colantonio e quello di Antonello: qual è questa differenza?
Dai… piantatela di sbruffoneggiare e rispondete.
ammazza, non si può scherzare! Non ho intenzione di dare esami e sbuffoneggio quanto mi pare…ma guarda un po’…
Certo che puoi scherzare, ci mancherebbe… c’è una cosa che non capisco, però: si dice sempre che su un Portale di arte si deve parlare di arte… è giusto: ma quante sono le persone che, nel Guestbook, parlano in modo realmente costruttivo di arte, sollevando questioni serie e impegnandosi per indicare la soluzione di esse? secondo me poche…
Hai ragione Costantino.
E’ buffo il fatto che passati censori (che un tempo si lamentavan proprio dell’opportunità e della liceità di alcuni commenti) si trasformino ora in jongleurs.
Comunque è bello lo sbuffonegiar in libertà.
Mi intriga la Berenice molto ironica, sembra, perchè me non l’ho capita la battuta, forse la Franca ci è riuscita (ARTE).
Invece, (visto che qui le due studentesse non ne han voglia: “non è giusto che mi chieda questo professore, non c’è sui testi in programma d’esame”, e così via giustificando…, il 30 e lode politico, sono uno studente lavoratore, sono uno studente pendolare, uffa le nozioni…), qual è la differenza?
Io sono curioso.
Ciao Eta Beta!! come stai? mi fa piacere… hai capito perfettamente (come sempre, del resto) il senso del mio discorso. Certo che la Franca può scherazare… sono io il primo a essere ironico…
Sei poi riuscito a trovare la colonna sonora di “La doppia vita di Veronica”? Zbigniew Preisner ha continuato la sua attività di compositore, e qualche tempo fa è uscito il suo “Requiem per un amico”, dedicato a Kieslowsky: credo che siano musiche simili a quelle di “Veronica”.
Un caro saluto
Le due opere realizzate con trent’anni di distanza presentano profonde differenze.
Colantonio colloca libri e oggetti, definendoli nei minimi particolari alla maniera fiamminga, che non occupano uno spazio ma descrivono minuziosamente l’ambiente nel quale San Gerolamo lavora.
Antonello costruisce uno spazio prospettico reale, avvicinandosi alla concezione umanistica fiorentina, ma risolto con l’esperienza fiamminga – che deriva appunto dalla sua formazione – ovvero con il sapiente uso della luce, che penetra seguendo le direttrici del pavimento fino a concentrarsi nella figura centrale del santo.
Un’altra importante differeza è l’innovazione iconografica di San Gerolamo che Colantonio riproduce fedelmente accanto al leone, divenendo anch’esso protagonista, mentre Antonello colloca l’animale in fondo al corridoio, a rimarcare la figura del “santo studioso” secondo lo spirito umanistico del tempo.
Saluti
Grazie Roberta,
hai operato un bel confronto sintetico. Sull’impostazione tutta fiamminga dell’Antonello aggiungerei, ma umilmente e forse sbaglio, l’apertura sul paesaggio: a volte i pittori mettono sullo sfondo, in lontananza, quello che più gli interessa dipingere, che determina la luce di una narrazione. Oppure figure della natura, che sono anche simboli (ma qui io m’intendo ancora meno), come il pavone (se la mia memoria non erra ), che qui è tagliato per ragioni di spazio, in basso ai piedi della scena. Piccole nature morte, dove ci sono le germinazioni della pittura, che s’inseguono nei secoli.
Ciao Costantino! L’ho trovata “Véronique”,ora però mi hai messo una pulce nell’orecchio, dovrò cercare il nuovo disco: birbante.
Sempre complimenti per i tuoi bellissimi e profondi scritti.
E’ stata una grande gioia apprendere che due opere, di cui una all’estero, sono finalmente vicine per rendere possibile un confronto a studiosi o semplicemente per saziare il continuo bisogno di vedere di un’appassionato come me! Colgo l’occasione qui per condividere con voi una riflessione su un particolare che, penso, unisca le due opere:la visione lenticolare,curata di ogni singolo particolare che rende sia Antonello che Colantonio vicini al mondo fiammingo….Quella perspicuità ottica che rende la realtà tramite la somma dei sigoli oggetti che la compongono……….. Vi chiedo:è possibile vedere in questo carattere un primo tentativo di dialogo tra il sintetismo della pittura italiana e la peculiarità della pittura fiamminga?Grazie
Cara Emanuela Esposito,
tralasciando il fatto che per leggere questo articolo occorre essere in possesso di un brevetto da sub con specializzazione in apnea, in questo tuo periodo:
“La ricostruzione grafica del polittico si deve al Prof. Ferdinando Bologna che già nel 1950 avanzò l’ipotesi, attualmente valida, che si arricchisce oggi di un contributo critico e storiografico, pubblicato nella famosa serie dei Quaderni di Capodimonte, nel quale lo stesso Bologna affronta le esperienze maturate a Napoli in campo artistico alla metà del quattrocento, lungo le rotte del Mediterraneo, all’ombra della Corona D’Aragona e presso la corte cosmopolita di Alfonso il Magnanimo.”
mi pare ti sia dimenticata di dirci quale ipotesi Ferdinando Bologna avanzò nel 1950.
Ora prendo un bel respiro e ti saluto.
Ciao, Biz.
Caro Biz,
iscriviamoci insieme ad un corso di sub così, finalmente, il vero o finto Senaldi capirà che non siamo la stessa persona. Un caro saluto
… Mi sento come Topolino che incontra Minni.
E’ davvero una bella sensazione.
Un caro saluto anche da parte mia.
Ciao, Biz.
Il prof Ferdinando Bologna già nel 1950 avanzò l’ipotesi di ricostruzione del polittico di Colantonio che ora è esposto a Capodimonte completo.
spero che il concetto sia più chiaro ora..
Riguardo all’apnea caro Biz, con sommo piacere vedo che sei già molto esperto dal momento che trattieni il fiato dal 25 ottobre!complimenti!! hai dei polmoni di ferro!!!
ti aspetta 1 futuro da gran pescatore!
mandami qualcosa di buono se ci riuscirai!:-))
saluti manu
Cara Emanuela,
Eh si, devo proprio essere bravo nel trattenere il respiro.
Pensa che solo la settimana scorsa ho letto le Eumenidi di Eschilo, di 2500 anni fa.
Eschilo è ancora attuale e la mostra da te recensita è ancora in corso.
Mi meraviglia la tua meraviglia.
In ultimo, non è il concetto ad essere più chiaro ma sei tu, solo ora, ad averlo espresso in maniera comprensibile.
Tuttavia, e tutto sommato, il pezzo non è poi così male. Ricco di informazioni e intrigante nelle aspettative.
Solo, la prossima volta, abbi pietà del lettore.
Potresti trovare un asmatico.
Ciao, Biz.
Finalmente una delle comunicatrici di Exibart si difende. Fa quasi piacere, anche perchè almeno ora s’è capito qualcosa in più del pezzo.
Difenderm(c)i??? e da che? :-)) Ma perchè chi ci attacca??? :-))
Caro Biz,
spero però che le Erini non siano attuali!;-)
ciao Manuela
proposito caro Biz.. mi chiamo Manuela.. non Emanuela.. grazie!
Cara Manuela,
chiedo venia per la E aggiunta.
Di contro tu hai omesso una N nelle Erinni.
p.s. mi dissocio da almeno due messaggi di Minù.
Ciao, Biz.
oltre alla N ho dimenticato anche una a..
ciao
Qualcuno che punisca l’uomo per la perdita della coscienza dei propri limiti serve ancora. Meglio un’arpia di nulla, in questi casi.