Intelligenti, ironici, dissacranti, innovatori,
rivoluzionari, trasgressivi, provocatori, dandy… Su
Gilbert & George (San Martino in Badia, Bolzano,
1943; Plymuth, 1943. Vivono a Londra) è stato detto e scritto tutto. Nonostante
ciò, la loro arte, analizzata e sviscerata per oltre quarant’anni, continua a
fornire nuovi spunti di riflessione.
L’ultima serie di lavori elaborata nel 2008,
Jack Freak
Pictures,
riprende il discorso laddove s’interrompeva
Six Bomb Pictures, ovvero il ciclo con cui i due
artisti raccontarono Londra all’indomani degli attentati terroristici del 2005
e nel quale comparivano distorti come mostri, come
freak appunto.
L’
Union Jack flag fa da sfondo a tutta la produzione pittorica del
ciclo attuale. La bandiera inglese viene qui riproposta come segno forte,
capace di condensare in sé diversi significati, talvolta opposti: da quello di
simbolo delle istituzioni a quello di disobbedienza civica; da baluardo del
patriottismo inglese a quello delle contestazioni giovanili; da logo della moda
Pop a quello di una piĂą tradizionalmente british.
Nel pattern della bandiera inglese, o spesso incastonati
in esso, sono presenti i corpi, i volti o gli occhi spalancati di Gilbert &
George, deformati con la resa speculare del fotoritocco. Medaglie, alberi,
foglie, bacche, strade e mappe dell’East End sono gli elementi sintattici che
compongono questa narrazione tutta londinese, che prende le mosse da Fournier
Street, dalla casa-atelier degli artisti. Il racconto si muove dai toni psicologici
di
Canalized a
quelli intimistici di
Homing, per approdare ai temi patriottici di
Great Britain o a quelli religiosi di
Alevi.
Il risultato è un grande affresco, che può decisamente
definirsi pittorico, anche se operato con la tecnica del montaggio fotografico,
capace di restituire l’intera complessità dell’uomo moderno.
Ma Gilbert & George non sorprendono solo per
l’inossidabile capacità di rinnovare continuamente le loro tematiche, ma anche
per quella di riuscire a trovare sempre nuove forme d’interazione col mercato e
col sistema dell’arte. L’intero ciclo dei 153 lavori di
Jack Freak Pictures è stato suddiviso e presentato in
sette gallerie europee, con altrettante mostre svoltesi nel corso del 2009. Il
catalogo dell’opera è unico e presenta insieme tutte le tappe. Nel 2010 il
ciclo verrĂ raccolto e presentato integralmente in musei pubblici delle cittĂ
di Bruxelles, Amburgo, Zagabria, Danzica, Linz e Malaga.
Alla domanda sul perché di questa doppia collocazione
espositiva, gli artisti rispondono che tutto è pensato per una fruizione quanto
più estensiva dell’opera, per semplificare al massimo l’accesso all’arte
contemporanea, che solitamente il pubblico delle gallerie private è
sensibilmente diverso da quello dei musei e che essi vogliono poter raggiungere
entrambi.
E visto che con la
Major Exhibition della Tate Modern raggiunsero i
200mila visitatori, chissà questa volta quanto totalizzeranno…
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Insomma una mostra dei miei artisti preferiti a due passi da casa mia e me la sono persa!
Mi fidavo troppo ciecamente del tastino "tienilo d'occhio" di exibart, che invece per un anno mi ha mandato newsletter che risultano veramente eccessive al talpunto che non vengono lette;
e informarmi su uno dei (soli) tre artisti che ho cercato di tenere d'occhio no?