Dreaming within a dream. Il titolo di un video e forse anche un motto per il road-movie in solitaria della giovane
Susanne Neumann (Waldsassen, 1975; vive a Berlino, Waldsassen e in Italia). Andate e ritorni frenetici in autostrada sull’asse pacifico Italia-Germania. Almeno il motore della sua vecchia berlina panna targata Volkswagen non l’hai mai tradita, né a Firenze dove ha studiato all’Accademia di Belle Arti, e neppure nella natia Baviera.
Réthorique oblige che un viaggio solitario sia sempre mezzo e strumento di un percoso personale, introspettivo. Si segnala che il visitatore questa volta è fuori strada: Thelma e Louise non avrebbero mai fatto una sosta per contemplare i cactus californiani. Il road-movie dell’artista tedesca si rivolge all’esterno, alla natura contemplata da un finestrino, ai benzinai che rabboccano il carburante durante le soste, alla maestosa zona franca delle Alpi che separa i Paesi europei.
Nel lavoro di Neumann la documentazione coincide con l’opera. Fotografie scattate con macchine usa-e-getta, riprese amatoriali dal cruscotto, tele di piccolo formato dove gli individui nell’atto di guardare voltano la spalle al pubblico. Un “paesaggismo multimediale” che sfrutta anche la tecnica del collage su fotografia, questa volta con risultati ironici: un lutto davanti a un’urna cineraria si consuma sullo sfondo di un monte innevato, oppure la testa di un camoscio che gioca a nascondino dietro una roccia.
L’esecuzione pittorica della serie
Alpenglühen (2007-08) è volutamente sommaria nei dettagli, ma nitida nella rappresentazione dei corpi, rivolti verso le gole alpine, oppure colti frontalmente, come nei numerosi autoritratti in compagnia della sua scassata berlina.
Nel 2003 c’era anche Neumann a Seggiano per una collettiva voluta da
Daniel Spoerri nella sua “villa d’artista” corredata da una ricca documentazione “usa-e-getta”. Forse la sua
vis documentativa è partita da lì, per arrivare questa volta a Napoli, dove la bavarese ha messo e disposizione dei visitatori cartoline posticce del golfo di Napoli insieme a una confezione di cioccolatini svizzeri alla
Felix Gonzalez-Torres personalizzata con i suoi scatti.
Uno scambio culturale che suona come un invito empatico a documentarsi sull’Altro, anche quando si procede sull’asfalto.