Annamaria Sargenti (Roma, 1948) vive a Napoli dal 1974. Per anni lavora in silenzio. Nel 1995 è autrice di uno dei più significativi interventi d’arte contemporanea nel tessuto urbano: un’installazione di grande sensibilità in un reparto dell’Ospedale Psichiatrico Frullone. Recupera materiali di scarto, ed appende alle pareti i ritratti dei malati. E’ presente nelle Bandiere di maggio,del 2000, tra i 42 artisti che idearono gli stendardi per le colonne della chiesa di San Francesco di Paola, su Piazza del Plebiscito, dando vita ad una colorata architettura. Altra traccia del suo linguaggio secco e minimale è presente nelle istallazioni delle stazioni metropolitane di p.zza Quattro Giornate e di Salvator Rosa.
La sua arte ha bisogno di essere contestualizzata, vive la città. Ecco perché Bianco è anima è un allestimento pensato per questo particolare angolo del castello. La Sargenti non lo vedrebbe altrove. E’ legato al tema delle prigioni che usa come labirinto, per una profonda e sentita lettura del Minotauro di Friedrich Dürrenmatt (1921-1990) grande drammaturgo e prosatore del Novecento. La storia è quella de “Il mito del Minotauro ”, rinchiuso nel labirinto e ucciso da Teseo che trova la strada d’uscita grazie al filo di lana. La novità è la presenza del punto di vista del Minotauro che fin da quando è rinchiuso, si relaziona solo con se stesso, anzi con i riflessi degli specchi del labirinto. Scalcia, sbatte contro gli specchi, “il parto abominevole della natura”, sanguina impazzito: l’illusione lo costringe al dolore di una solitudine ingannevole. Le cose cambiano, accettando l’illusione. Mentre danza, arriva Teseo, che danza con
carolina guadagni
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Diciamolo pure, Annamaria Sargenti è una raccomandata del cazzo e riesce a lavorare solo qui a Napoli, solo in cose pubbliche grazie ai suoi amici che le finanziano questo e poi quello.
Poi, tu cittadino, passi vicino ad uno dei suoi lavori che in parte hai prodotto anche tu pagando la tassa sui rifiuti, il biglietto dell'autobus, l'ICI, e ti incazzi. Perchè pensi che le opere di questa artista non valgono un cazzo, che non l'hai mai vista esposta in una galleria privata, non hai mai visto le sue opere in un catalogo diverso da quelli prodotti dai suoi amici. E solo perchè piace, è amica o serve a un paio di fighetti amici di Bassolino, te la devi produrre e tacere.
Ogni volta che passo di fronte alla sua enorme ed enormemente inutile tela che la Metropolitana di Napoli ha pensato bene di esporre in stazione, la vedo un pò più annerita e spero che venga presto il giorno in cui venga completamente ricoperta dalla polvere.
Complimenti a Eduardo Cicelyn e all'amministrazione della cultura a Napoli, ottima mossa anche questa!!